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mercoledì 27 febbraio 2013

Una birra con... Giorgio Cuscito

Giorgio Cuscito è quasi un eclettico: sassofonista, vibrafonista, pianista persino, e fierissimo (a ragione) musicista legato al Jazz tradizionale, allo swing anzi, per essere precisi.  Andare ad ascoltare uno dei suoi concerti significa immergersi nelle atmosfere più suggestive del Jazz quello americano, quello ballabile, divertente che abbiamo conosciuto nei film, per intenderci.  Ma Giorgio vanta anche collaborazioni nell' ambito della muscia leggera, e anche nell' Orchestra di Paolo Damiani, e anche con Max Paiella e Claudio Gregori ( Greg), e inoltre insegna, e inoltre.... Bè fatevelo bastare, perchè il resto lo leggete qui sotto!

La foto è di Paolo Callipari   





· Luogo di nascita:
Roma


Eta’:
46 e mezzo

Vivi a? 
Roma

venerdì 22 febbraio 2013

Quattro domande di una vaghezza da incubo a Yuri Goloubev


YURI GOLOUBEV

NATO A MOSCA (RUSSIA)
STRUMENTO: CONTRABBASSO



Cosa significa la musica per te?

Cosa può essere la musica per un musicista? Penso che sia il caso che io ti racconti qualcosa della mia "storia".
Mia madre ha studiato il pianoforte presso uno dei più importanti conservatori dell’Unione Sovietica, l’Istituto Gnessin di Mosca; mia nonna - presso un altro grande conservatorio, quello di Rostov sul Don, la sua città natale, il pianoforte anche lei. Mio nonno (padre del mio papà) era un compositore di musica classica e fu ucciso in Seconda Guerra Mondiale, il mio padre invece – pur essendo un professore universitario – suona il pianoforte da dilettante. Inutile dire che avevamo un mezzacoda sia a casa della famiglia di mia mamma che in quella di papà.
Quando il bambino sin dalla nascita sente i suoni ed è circondato dalle partiture e poi – all’inizio, per curiosità – mette le mani sul pianoforte…cosa la musica diventa per il bimbo? Lui si trasforma – all'inizio - in un piccolo compositore, e poi –in un giovane pianista! Quest’era la mia strada. Poi, ancora a giovanissima età, il mio interesse nei confronti della composizione mi portò anche ai seminari specializzati tenuti dall'Unione dei Compositori dell'URSS dove partecipavano i professionisti che mi superavano d’età di almeno 4 volte! Comunque, per qualche strano motivo, l'ingresso mi fu concesso, ed è stata un'esperienza interessantissima e molto stimolante.
Quando ebbi 7 anni, mia madre mi portò in una scuola di musica per bambini. La frequentai per un paio d’anni, e lì si che mi divertii per davvero, ad esempio, a scrivere il dettato melodico dopo averlo sentito non più di 3 – 4 volte, e all’ultima, ottava volta (l'insegnante lo suonò di solito 8 - 9 volte, lo "standard industriale"), averlo trascritto in 2 -3 tonalità diverse e pure armonizzato con delle opzioni, ecc. Dopo due anni – visto il mio interesse e, probabilmente, anche queste mie capacità, mia mamma mi portò in una scuola altamente specializzata, sempre per bambini, però già di livello professionale, affiliata allo stesso Istituto Gnessin dove lei studiò. Lì, la professoressa, dopo avermi esaminato, disse (e questo momento me lo ricorderò per

lunedì 18 febbraio 2013

Un occhio su... RAF FERRARI QUARTET



Oggi il nostro occhio è caduto sul Raf Ferrari Quartet (Raf Ferrari al piano, Vito Stano al violoncello, Guerino Rondolone al contrabbasso e Claudio Sbrolli alla batteria) . Una serata con la loro musica, pezzi tratti da "Venere e Marte" ma anche dal loro disco d'esordio "Pauper". Noi ve la raccontiamo così. Enjoy!



Bando di concorso Vittoria Rotary JazzAwards per giovani Jazzisti!

Riceviamo e volentieri diffondiamo! D&D 

http://www.vittoriajazzfestival.it/awardandschool/award/  (Qui troverete l' allegato in PDF) 

domenica 17 febbraio 2013

12points in pillole: la Musica, serata finale

Di certo un festival dai contrasti accesissimi, concerti sapientemente alternati tra realtà musicali opposte. Sapientemente, perchè ogni artista spicca per le sue caratteristiche evidenziate anche dalla profonda diversità reciproca.
Comincia la serata Enrico Zanisi in trio.  Zanisi rappresenta l' Italia con il suo "Life Variations", e le sue  ballad, il suo swing energico ed elegante, la sua musicalità che parla di studi profondi e di un Jazz amato da sempre, fa ammutolire la sala.  Pianissimo intensi, dinamiche curate, grande interplay con Alessandro Paternesi alla batteria e Joe Rehmer sono la sua carta vincente.  


12points: Mapping priorities for the next generations of Europe's Jazz artists

Ovvero parlare tra rappresentanti di tutta Europa che delineano la situazione del Jazz nei loro paesi.  Ed allora si scopre che la Polonia ha bellissimi festival attivi da decenni e oramai consolidati, ma che quasi nulla se ne sa in Europa, piuttosto ci sono dei contatti con l' Asia.  Che la Germania vede sovvenzionare tutta la musica classica, l' opera, ma che al Jazz arrivano solo le briciole. Che in Olanda la situazione è ottima e ci sono tantissimi artisti che andrebbero però valorizzati di p

sabato 16 febbraio 2013

12points, la musica. Pillole - venerdì 15/02

I concerti si svolgono dalle 19.30 al Teatro del Projects Art Centre, durano 55 minuti e sono tre, con breve pausa tra l' uno e l' altro.  Il che rende la "maratona" musicale molto snella e godibile nonostante la grande quantità di musica diversa che va in scena.
Musica di livello, stili completamente diversi tra loro.  La prima a salire sul palco è la norvegese Hanna Paulsberg, con il suo progetto Hanna Paulsberg Concept. Saxtenorista, ha interagito garbatamente con il suo Trio (Trygve Waldemar Fiske al basso, Oscar Grönberg al pianoforte, Hans Hulbækmo alla batteria) suonando brani originali e disegnando un Jazz moderno armonicamente, incentrato su frasi melodiche o anche riff trasposti sviluppati poi improvvisando ed interagendo con un buon interplay.  Un Jazz corretto e gradevole, un concerto senza scosse ma certamente valido.

venerdì 15 febbraio 2013

12points e il futuro del Jazz





Sono arrivata ieri notte e oggi già sono entrata nel vivo: ancora niente musica, certo (per lo meno quella suonata) ma molta molta musica indagata, da gente che di musica si occupa in tutta Europa e a vari livelli (artistico, di informazione, divulgativo, e anche di produzione).

Il mio inglese è quasi rozzo, e le discussioni qui a Dublino sono invece di altissimo livello. 
Eppure anche per me in oggettiva difficoltà molti concetti sono apparsi chiari.
Il Jazz è vittima di una cultura musicale egemonica che gli toglie ossigeno? In che modo si può creare, già con i bambini, una "cultura" ed una diffusione corretta del Jazz? Il Jazz può essere oggetto di un approccio multidisciplinare? Come è trattato il Jazz in Inghilterra, in Irlanda, nei paesi Scandinavi, ci sono organizzazioni che riescano a far confluire le idee in maniera organica, a fare in modo che la musica abbia una diffusione più capillare possibile? 
Quanto sono efficaci Tv e Giornali e quanto più efficaci e funzionali possono rilevarsi i blog, i social networks (con la loro diffusione che Jim Carrol, giornalista e blogger, definisce "virale?") 
Il direttore del Festival Gerry Godley ha moderato un dibattito che ha aperto un panorama vasto e ricco, attraverso un dialogo vivo ed empatico tra i delegati europei intervenuti, che erano Diana Spiegelberg
Di certo in Italia c'è ancora molto da lavorare almeno sulla fondazione di efficace una attività di coordinazione tra manager, musicisti, organizzatori di festival, etichette discografiche che valorizzi il patrimonio jazzistico che di sicuro è vivo ma costantemente in debito di ossigeno e di idee.

Avrei voluto essere in grado di potervi raccontare nei dettagli tutto ciò che si è detto: ma corre in mio aiuto il geniale  artista che ha redatto un verbale estemporaneo "work in progress" trasformando in disegni i concetti che venivano sviluppati dai relatori.  Improvvisando: come si fa nel Jazz.  E allora, se vi accontentate delle foto scattate con il mio Iphone eccovi un riassunto molto più efficace di un mio zoppicante ed incompleto Abstract.  












Una birra con... Fabrizio Sferra

Fabrizio Sferra, batterista!
Una carriera come Jazzista che non ha bisogno di tante parole: rischieremmo di occupare tutto lo spazio che abbiamo a disposizione ad elencare una attività artistica lunghissima, piena di collaborazioni prestigiose (Chet Baker, Lee Konitz, Mal Waldron, Kenny Wheeler, Toots Thielemans, Paul Bley ed altre ancora, di cd non solo di successo ma di rilievo nel panorama  jazzistico italiano ed europeo.
Alcuni gruppi di cui è stato protagonista? Lo Space Jazz Trio (con Enrico Pieranunzi e Enzo Pietropaoli), i Doctor 3 (con Danilo Rea e lo stesso Pietropaoli).  Un cd nuovissimo ("Untitled") con Giovanni Guidi al piano, Dan Kinzelman al sax e Joe Rehmer al contrabbasso, e, se lo conosciamo bene, ancora molto, ma molto Jazz da proporre.  Siamo contentissime che abbia accettato di rispondere alle nostre oramai classiche 19 domande.  Volete saperne di più? Continuate a leggere! D&D, W il Jazz!



venerdì 8 febbraio 2013

Quattro domande di una vaghezza da incubo a Emanuele Cisi


EMANUELE CISI

NATO A: TORINO (PIEMONTE)
STRUMENTO: SASSOFONO



Cosa significa la musica per te?

Ciò che mi ha probabilmente salvato  da un esistenza infelice. Mai pensato di poter fare altro nella vita, fin da piccolissimo.

Cosa provi suonando il sax?

Prima di tutto se l'ancia è buona! No, perchè se non è buona è un disastro, la vita va a rotoli! E poi,  è molto un feeling fisico, di risonanza interiore, di vibrazione, di sentirsi circondato da un suono. Attraverso questo, cerco di arrivare all'annullamento totale, a non pensare proprio più a nulla...che è il vero obbiettivo per poter davvero improvvisare.

mercoledì 6 febbraio 2013

Un occhio su...


L'occhio della Crevena su Enrico Rava. Lui non ha bisogno di alcuna presentazione. E Daniela lo ha visto così... 




venerdì 1 febbraio 2013

Una birra con... Antonello Salis

C'è bisogno di presentare Antonello Salis, il protagonista della nostra birra di oggi?
E' noto, notissimo a chi segue il Jazz, ma in generale a chi segue la musica.  Suona la fisarmonica, suona il pianoforte, crea, interpreta, inventa, disegna mille tipi di musiche possibili. Lungi dal rappresentare un eclettismo di maniera, Antonello ha la capacità di entrare in contatto con qualsiasi realtà musicale, guardarla con curiosità di artista, conoscerla e all' impronta metabolizzarla facendola diventare una assoluta novità, quasi sempre geniale per suono, per sfumature, sia che sia da solo sul palco che insieme ad altri musicisti.  JazzDaniels lo hanno ascoltato da poco in " Giornale di Bordo " insieme a Paolo Angeli, Hamid Drake e Gavino Murgia , sia a Cagliari Eje che ad Umbria Jazz, e da pochissimo a Roma all' Alexanderplatz con il bassista Pippo Matino, il batterista Lorenzo Tucci con Domenico Sanna alle tastiere.  Qui sotto i link degli articoli che vi parlano di lui.


Giornale di Bordo a Cagliari Eje 2010 per Jazzitalia

Giornale di Bordo a Umbria Jazz 2011 per Jazzitalia

Matino - Salis - Tucci - Sanna per A proposito di Jazz


Siamo felicissime che abbia deciso di rispondere alle nostre 19 classiche domande! Ecco a voi Antonello Salis

D&D







Luogo di nascita: 
Villamar (Cagliari)

Eta’:
63 (il 28 febbraio 2013)

Vivi a?
Roma

Birra preferita:
Moretti