Pochi minuti, un cambio palco ed ecco un trio d’
eccezione: Maria Pia De Vito, Rosario Bonaccorso, Roberto Taufic. Voce, contrabbasso e chitarra e un’ ora di
concerto intenso ed elegante. Perché i tre dialogano con naturalezza e
generosità reciproca, ascoltandosi a tal punto da essere tra loro intercambiabili:
è così che i suoni diventano musica, lo sappiamo, oramai. E quindi ecco che
quando Maria Pia canta una melodia intensa, il contrabbasso di Bonaccorso e la
chitarra di Taufic suonano un intreccio di note che vanno a creare una
tessitura unica che quella voce esalta.
Quando la voce si scioglie in uno scat energico e velocissimo all’
unisono con la chitarra, il contrabbasso crea una struttura forte sulla quale
quelle digressioni si aggrappano, dando preziosi riferimenti armonici sui quali
si appoggiano quei voli melodico ritmici arditi. E la voce si assottiglia e
sussurra quando gli scambi tra contrabbasso e chitarra si fanno intensi.
E’ Jazz, è bossanova, è anche l’ anima partenopea
della De Vito, che emerge non per connotare o “contaminare”, come è tanto
usuale dire oggi: anzi, il contrario. E’ un esaltare i lati in comune di mondi
apparentemente inconciliabili. E allora in “Curre Maria” , che era “Olha Maria”
per Chico Buarque, la voce di Maria Pia di dispiega quasi dolorosamente intensa
mentre contrabbasso e chitarra la lasciano librare mantenendosi intensi ma
dolcemente quasi in disparte, sottolineando i cambi armonici. Si lavora in
funzione della musica…. Anche quando lo scat o gli strumenti diventano funambolici si esprimono (oltre che
indiscussa bravura) gioia, divertimento , mai muscolare “strafottenza”.
E’ tutto naturale, è tutto…
musicale. “Mon Frere”, dedicato da Bonaccorso a suo fratello, è emozionante e
quasi struggente. Quando Fabrizio Bosso
arriva sul palco con la sua tromba di certo non turba questo equilibrio: e con
la bossa contagiosa di “Intervista” termina
tra le stelle un concerto pieno di suggestioni.
Grazie per la citazione, ma...mi chiamo Luciano Zaffalon, non Luigi..:-)
RispondiEliminaCerea nè!
Ora è a posto!
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