Articolo di Daniela Floris. Foto di Daniela Crevena
“The sky aboveBraddock”, non si dimentica, ed è bene che sia così, dato che parte anche da considerazioni sociali non di poco conto. L’ispirazione deriva da uno dei racconti contenuti nel libro di Mario Calabresi “La fortuna non esiste”, e più precisamente quello intitolato “Il raccolto arriverà”, incentrato sul declino di una città americana, Braddock, che dai fasti e dal benessere che le provenivano da un’importante acciaieria piomba nel declino materiale e morale dopo il fallimento della stessa. Racconto quanto mai attuale, ed è per questo che Ottolini ha voluto reinterpretare in musica la storia di un sopravvenuto disagio, che però da’ il via anche al sogno e alla volontà di cambiamento, di miglioramento.
“The sky aboveBraddock”, non si dimentica, ed è bene che sia così, dato che parte anche da considerazioni sociali non di poco conto. L’ispirazione deriva da uno dei racconti contenuti nel libro di Mario Calabresi “La fortuna non esiste”, e più precisamente quello intitolato “Il raccolto arriverà”, incentrato sul declino di una città americana, Braddock, che dai fasti e dal benessere che le provenivano da un’importante acciaieria piomba nel declino materiale e morale dopo il fallimento della stessa. Racconto quanto mai attuale, ed è per questo che Ottolini ha voluto reinterpretare in musica la storia di un sopravvenuto disagio, che però da’ il via anche al sogno e alla volontà di cambiamento, di miglioramento.
“The sky above Braddock” ha un qualcosa di quasi
stupefacente: parte da un accadimento che ha molto di reale, eppure si svolge
in maniera onirica. Riesce a rendere
modernissime atmosfere retrò. E’
fantasioso eppure ha gli occhi ben aperti sulla realtà. E cosi’ in questo cielo parallelo
immaginario, rifugio e attesa degli abitanti di Braddock, si svolge una vita
vera, con i suoi momenti di gioia ma anche di angoscia (Major John 15104), di
gioco (Lunar Raphsody), di dolce romanticismo (Sunrise Serenade). Tutta questa vita reale Ottolini riesce
musicalmente a velarla di surreale, a filtrarla con un velo sonoro tutto
particolare, solo e soltanto giocando con timbri, suoni, effetti, e dunque
sembra di udire il cd da un’altra dimensione, lontana eppure colma di voce. In tutte le sonorità, swinganti, o da band di
New Orleans, c’e’ sempre sottesa o accennata quella minima dissonanza, o quel
timbro inusuale, o quell’entropia di un istante che ti catapultano in quella
dimensione altra, sognante e nebbiosa ma anche allegra e a tratti
malinconica. Forse neanche è bello analizzare
tecnicamente in che modo, perche’ è bello godersi il piccolo mistero quest’atmosfera
onirica e suggestiva.
Di sicuro Ottolini e la sua band suonano a regola d’arte. Troverete momenti di pura poesia, episodi
musicali affascinanti come quello del solo strepitoso, complicato eppure
avvolgente di Antonello Salis alla fisarmonica in “The wonderful fable of Vicki
Vargo”, riagganciato dagli altri in un ¾ da banda semplice e avvolgente; ma in
realtà sono da citare tutti i musicisti di questo cd inusuale che gioca sul
fascino del jazz a noi noto, quello mainstream, quello più classico, che però ci
arriva attraverso un caleidoscopico filtro sonoro. Per merito di Sigurtà,
Falzone e D’ Agaro, Kinzelmann e Bittolo Bon, di De Rossi, di Gallo, di
Terragnoli, di Pacorig, di Salis, di
Vasi, e dell’animo istrionico e visionario di Mauro Ottolini che ha saputo
unirli in questa strana e importante avventura attuale e sognante.
Segnaliamo che da questo cd è nato un cartone animato bellissimo (precisamente sul brano “Working Man Blues) composto da Deep Henderson (qui sotto il link). Insomma, ce ne è per tutti i gusti. Cd di spessore!
Segnaliamo che da questo cd è nato un cartone animato bellissimo (precisamente sul brano “Working Man Blues) composto da Deep Henderson (qui sotto il link). Insomma, ce ne è per tutti i gusti. Cd di spessore!
Nessun commento:
Posta un commento