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mercoledì 26 ottobre 2011

Abbiamo ascoltato per voi: Mauro Ottolini - Sousaphonix, "The sky above Braddock"



The Sky Above Braddock



Mauro Ottolini
Sousaphonix

CAM JAZZ  CAMJ7831-2


La foto di copertina e' di Roberto Cifarelli, Phocus Agency

Articolo di Daniela Floris. Foto di Daniela Crevena 


 “The sky aboveBraddock”,  non si dimentica, ed è bene che sia così, dato che parte anche da considerazioni sociali non di poco conto.  L’ispirazione deriva da uno dei racconti contenuti nel libro di Mario Calabresi “La fortuna non esiste”, e più precisamente quello intitolato “Il raccolto arriverà”, incentrato sul declino di una città americana, Braddock, che dai fasti e dal benessere che le provenivano da un’importante acciaieria piomba nel declino materiale e morale dopo il fallimento della stessa.  Racconto quanto mai attuale, ed è per questo che Ottolini ha voluto reinterpretare in musica la storia di un sopravvenuto disagio, che però da’ il via anche al sogno e alla volontà di cambiamento, di miglioramento.



 “The sky above Braddock” ha un qualcosa di quasi stupefacente: parte da un accadimento che ha molto di reale, eppure si svolge in maniera onirica.  Riesce a rendere modernissime atmosfere retrò.  E’ fantasioso eppure ha gli occhi ben aperti sulla realtà.  E cosi’ in questo cielo parallelo immaginario, rifugio e attesa degli abitanti di Braddock, si svolge una vita vera, con i suoi momenti di gioia ma anche di angoscia (Major John 15104), di gioco (Lunar Raphsody), di dolce romanticismo (Sunrise Serenade).  Tutta questa vita reale Ottolini riesce musicalmente a velarla di surreale, a filtrarla con un velo sonoro tutto particolare, solo e soltanto giocando con timbri, suoni, effetti, e dunque sembra di udire il cd da un’altra dimensione, lontana eppure colma di voce.  In tutte le sonorità, swinganti, o da band di New Orleans, c’e’ sempre sottesa o accennata quella minima dissonanza, o quel timbro inusuale, o quell’entropia di un istante che ti catapultano in quella dimensione altra, sognante e nebbiosa ma anche allegra e a tratti malinconica.  Forse neanche è bello analizzare tecnicamente in che modo, perche’ è bello godersi il piccolo mistero quest’atmosfera onirica e suggestiva. 





Di sicuro Ottolini e la sua band suonano a regola d’arte.  Troverete momenti di pura poesia, episodi musicali affascinanti come quello del solo strepitoso, complicato eppure avvolgente di Antonello Salis alla fisarmonica in “The wonderful fable of Vicki Vargo”, riagganciato dagli altri in un ¾ da banda semplice e avvolgente; ma in realtà sono da citare tutti i musicisti di questo cd inusuale che gioca sul fascino del jazz a noi noto, quello mainstream, quello più classico, che però ci arriva attraverso un caleidoscopico filtro sonoro. Per merito di Sigurtà, Falzone e D’ Agaro, Kinzelmann e Bittolo Bon, di De Rossi, di Gallo, di Terragnoli,  di Pacorig, di Salis, di Vasi, e dell’animo istrionico e visionario di Mauro Ottolini che ha saputo unirli in questa strana e importante avventura attuale e sognante. 
Segnaliamo che da questo cd è nato un cartone animato bellissimo (precisamente sul brano “Working Man Blues) composto da Deep Henderson (qui sotto il link).  Insomma, ce ne è per tutti i gusti.  Cd di spessore!



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