Max Ionata, sax tenore / sax soprano
Clarence Penn, batteria
Clarence Penn, batteria
Reuben Rogers, contrabbasso
Creativita’, novita' e coesione: una "Triade" nel Trio
di Daniela Floris - Foto di Daniela Crevena
E’ molto più che gradevole questo progetto “Kind Of Trio” ,
prodotto da Jandomusic, che il saxtenorista Max Ionata, il batterista Clarence
Penn e il contrabbassista Reuben Rogers hanno presentato al Blue Note di
Milano. Non e’ certo facile evitare,
come avevo sottolineato in un’ altra occasione, un suono “secco” “difficile” o
anche “scheletrico” suonando in un Trio che non preveda il pianoforte, e dunque
il punto di riferimento prezioso degli accordi.
Bisogna che i musicisti condividano fortemente la volonta’ di essere
coesi per ricostruire un’ atmosfera tonale morbida, convincente, pur essendo
creativi – perche’ senza la creativita’ individuale l’ unico fine potrebbe
diventare solo e soltanto il risultare “intellegibili”.
Questo non e’ accaduto a Ionata, Penn e Rogers. Ci sono stati anzi momenti di spiccato
lirismo, in cui i tre hanno emozionato nei pianissimo, suonando con un filo di
voce e risultando intensi e molto, molto musicali. Max Ionata ha certamente il gusto del
fraseggio melodico, e in un ambito non semplice dal punto di vista timbrico,
come si diceva, aiuta chi ascolta compensando con la morbidezza dei temi
(semplici ma mai scontati) e con la trasposizione reiterata di cellule
melodiche accattivanti, a cui ci si aggrappa e che fungono da punto di
riferimento, unendole ad una notevole capacita' improvvisativa. Reuben Rogers dal canto
suo… canta, anch’ egli, con il suo contrabbasso, e pero’ oltre a cantare distribuisce certezze, mettendo nei punti
cardine le note che servono come riferimento dell’ accordo “mancante” ma che, in questo, esiste eccome: lui lo suggerisce,
noi che ascoltiamo lo ricostruiamo istintivamente, se siamo anche solo
minimamente avvezzi al Jazz. Cosi’ come
Penn del resto e’ apparso costantemente alla ricerca del suono giusto, quello
che porti alla coesione, anzi direi di più, Penn ha più volte guidato la coesione
tra contrabbasso batteria e sax, dispensando battiti ma facendo apprezzare
anche molto il timbro dei suoi tamburi.
Tutta questa cura e’ stata costantemente accostata a varieta’ esecutiva:
scambi, momenti quasi contrappuntistici, soli pregevoli, incipit dolci
destinati ad un progressivo incalzare che non ha mai sfociato nell’
esagerazione dei volumi, grande materiale melodico ritmico intrecciato in modo
da ricostruire la parte prettamente armonica di brani gia’ di per se azzeccati
dal punto di vista compositivo (quasi tutti brani originali a firma di tutti e
tre i musicisti).
Applausi meritati al Blue Note: andatevi a cercare “Kind of Trio” in
giro, quando saranno in tour perche’ ne vale la pena.
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