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venerdì 7 ottobre 2011

JazzDaniels al Blue Note di Milano per "Kind Of Trio"

Milano, Blue Note, 2 ottobre 2011, ore 21 Kind Of Trio 




Max Ionata, sax tenore / sax soprano
Clarence Penn, batteria
Reuben Rogers, contrabbasso

Creativita’, novita' e coesione: una "Triade" nel Trio



di Daniela Floris - Foto di Daniela Crevena 





E’ molto più che gradevole questo progetto “Kind Of Trio” , prodotto da Jandomusic, che il saxtenorista Max Ionata, il batterista Clarence Penn e il contrabbassista Reuben Rogers hanno presentato al Blue Note di Milano.  Non e’ certo facile evitare, come avevo sottolineato in un’ altra occasione, un suono “secco” “difficile” o anche “scheletrico” suonando in un Trio che non preveda il pianoforte, e dunque il punto di riferimento prezioso degli accordi.  Bisogna che i musicisti condividano fortemente la volonta’ di essere coesi per ricostruire un’ atmosfera tonale morbida, convincente, pur essendo creativi – perche’ senza la creativita’ individuale l’ unico fine potrebbe diventare  solo e soltanto  il risultare “intellegibili”. 





Questo non e’ accaduto a Ionata, Penn e Rogers.  Ci sono stati anzi momenti di spiccato lirismo, in cui i tre hanno emozionato nei pianissimo, suonando con un filo di voce e risultando intensi e molto, molto musicali.  Max Ionata ha certamente il gusto del fraseggio melodico, e in un ambito non semplice dal punto di vista timbrico, come si diceva, aiuta chi ascolta compensando con la morbidezza dei temi (semplici ma mai scontati) e con la trasposizione reiterata di cellule melodiche accattivanti, a cui ci si aggrappa e che fungono da punto di riferimento, unendole ad una notevole capacita' improvvisativa.  Reuben Rogers dal canto suo… canta, anch’ egli, con il suo contrabbasso, e pero’ oltre a cantare distribuisce certezze, mettendo nei punti cardine le note che servono come riferimento dell’ accordo “mancante” ma che,  in questo, esiste eccome: lui lo suggerisce, noi che ascoltiamo lo ricostruiamo istintivamente, se siamo anche solo minimamente avvezzi al Jazz.  Cosi’ come Penn del resto e’ apparso costantemente alla ricerca del suono giusto, quello che porti alla coesione, anzi direi di più, Penn ha più volte guidato la coesione tra contrabbasso batteria e sax, dispensando battiti ma facendo apprezzare anche molto il timbro dei suoi tamburi. 
 




Tutta questa cura e’ stata costantemente accostata a varieta’ esecutiva: scambi, momenti quasi contrappuntistici, soli pregevoli, incipit dolci destinati ad un progressivo incalzare che non ha mai sfociato nell’ esagerazione dei volumi, grande materiale melodico ritmico intrecciato in modo da ricostruire la parte prettamente armonica di brani gia’ di per se azzeccati dal punto di vista compositivo (quasi tutti brani originali a firma di tutti e tre i musicisti). 
Applausi meritati al Blue Note: andatevi a cercare “Kind of Trio” in giro, quando saranno in tour perche’ ne vale la pena.  










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