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mercoledì 25 maggio 2011

Abbiamo ascoltato per voi: Mauro Bottini, Self Portrait



Mauro Bottini – Self Portrait

Mauro Bottini, tenor & soprano sax
Stefano Micarelli, electric guitar
Paolo Tombolesi, piano
Massimo Moriconi, double bass, electric bass
Massimo Manzi, drums

Drycastle records

Self Portrait e’  cd “autoritratto” che parla dell’ amore di Mauro Bottini per il mainstream: un amore non di facciata ma evidentemente sentito,  vissuto e metabolizzato, in cui viene rasentata la perfezione per accenti, dinamiche, fraseggi: Bottini ama  i suoi strumenti al punto di assecondarne il timbro quasi devotamente, estrapolandone la voce naturale.   Se e’ vero che spesso l' esattezza esecutiva ha un che di “didattico”, in questo caso trapela uno stile personale fatto di inclinazione verso l’ aspetto morbido e melodico dei brani, e di una vena improvvisativa disinvolta, scorrevole, ma non scarna (si ascolti il solo del sax in “Summertime”). 
Gli standards  sono quelli che ogni amante del genere conosce benissimo, e probabilmente tra questi ognuno trovera’ quello che al jazz lo ha fatto irrimediabilmente avvicinare:  “Estate”, “Four” “In a sentimental mood”, “Summertime” “St. Thomas” di Sonny Rollins, che Bottini rilegge ma non stravolge, il che ne rende l’ ascolto più che godibile. 
I tre brani originali firmati da Bottini (The train for the moon, Flowers shop e Self Portrait), funkeggianti, sono divertenti, frizzanti e orecchiabili, e permettono ai musicisti di giocare con soli di ampio respiro, ma anche di dimostrare quanto interplay scorra all’ interno del quintetto. 
Con il sax tenorista di Alatri ci sono Massimo Manzi alla batteria, che rende interessante ogni istante di questa ora di musica, mostrando di saper cambiare le carte in tavola anche durante le semplici esposizioni tematiche, mostrando una notevolissima fantasia; Paolo Tombolesi al pianoforte e Stefano Micarelli alla chitarra elettrica, che arricchiscono il clima morbido  con momenti solistici anche graffianti; Massimo Moriconi  al contrabbasso e basso elettrico, prezioso e pieno nell’ accompagnare, ma che uno spessore creativo di rilievo. 
Un cd dunque che ha come punti di forza da un lato la conoscenza profonda della musica eseguita e della tecnica strumentale ad essa correlata,  dall’ altro la piacevole scorrevolezza che ne deriva all’ ascolto:  per swing, feeling tra musicisti, rispetto tematico stilistico di brani quasi oramai leggendari,  ma anche capacita’ di improvvisare in modo convincente mai monocorde. 

Daniela Floris

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