Max De Aloe Quartet
Bradipo
Max De Aloe, armonica cromatica
Roberto Olzer, pianoforte
Marco Mistrangelo (double bass)
Nicola Stranieri (batteria)
Abeat abjz 070
L’ armonica cromatica e’ un piccolo strumento dalle immense potenzialita’ espressive. Ma bisogna che la suoni un artista che abbia un’ anima. O la si suona con l’ anima o si rischia di sentire solo un suono petulante e sottile. Max De Aloe e’ un artista con l’ anima, e Bradipo e’ un cd che va ascoltato d’ un fiato, dal primo all’ ultimo brano, cosi’ come si vede un film. E in effetti c’e’ un fil rouge cinematografico che lega le tracce di Bradipo. Ma non e’ un filo intellettualistico, basta ascoltare come suona De Aloe per comprendere che la sua e’ una vera esigenza espressiva, e l’ espressivita’ e perseguita con bravura, perche’ Max sa suonare benissimo, padroneggia uno strumento di per se molto difficile da far cantare, vibrare, respirare: ci vuole calma, bisogna assaporare ogni suono, non farsi prendere dalla frenesia. Cosi’ prendete Bradipo e ascoltatelo da “L’ aria in mezzo “ a “La strada” e rimarrete affascinati da questo quartetto di musicisti cosi’ empatici tra loro, vi emozionerete per le dinamiche intense e raffinate che questo armonicista di classe sa regalare perche’, si sente, ama il suo strumento e se ne serve per parlare, per raccontare, in una parola per esprimersi.
Melodie, frasi di grande respiro (“L’ Aria in mezzo”), brani da colonna sonora (vedi “Partiamo all’ alba”, con la batteria di Stranieri quasi ‘onomatopeica’ che corre per un binario ideale, chissa’), una piccola suite nella suite dedicata agli amatissimi Pink Floyd riletti in chiave morbidamente jazzistica con un arrangiamento veramente suggestivo, in cui il contrabbasso di Mistrangelo in “Breast Milky” emerge in tutta la sua versatilita’, cosi’ come il pianoforte di Olzer in “ Freely drawn from sheep”.
Non c’e’ un brano che non abbia un senso espressivo, al di la’ di cio’ che arriva a chi ascolta, arrivano comunque intensamente emozioni e “parole”. “Lee e Jackson”, che e’ dedicato all’ amore tormentato e profondissimo tra Jackson Pollock e Lee Krasner, e’ un vero e proprio racconto, fatto di momenti musicali che si susseguono, tra introspezione e intensita’ quasi fisica, come di mille momenti e’ fatta la vita, specialmente quella del sentimento amoroso. Quando arriverete a “La strada” di Nino Rota, struggente, inizialmente sognante ad opera del pianoforte, eppure allo stesso tempo cristallina e serena, capirete il perche’ delle parole di questa mia recensione…. Come si ottiene un disco cosi’? Suonando sapendolo fare, suonando perche’ si ama la musica, e se volete sia piu’ tecnica, giocando con le dinamiche, non eccedendo con il virtuosismo – che esiste a monte ma va dimenticato e usato solo in senso espressivo, cercando il bilanciamento, ascoltandosi reciprocamente, avendo gusto: in una parola, facendo musica.
Daniela Floris
Daniela Floris
partiamo all'alba la mia preferita di questo album !
RispondiEliminacerto con una bontempi di plastica verrebbe meglio ...
grande Max
g