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venerdì 20 gennaio 2012

Una birra con.. Yuri Goloubev

Oggi con noi c'è veramente un grande contrabbassista, e grandissimo musicista: Yuri Goloubev. Noi lo abbiamo ascoltato suonare ed è un fuoriclasse, con anni di esperienza alle spalle.  Diplomato al conservatorio di Mosca, per anni stabilmente (fortunatamente per noi) in Italia, ha un suo stile estremamente personale, è un Jazzista puro ed anche uno sperimentatore, e  compositore raffinato.  L' elenco delle collaborazioni e delle sue attività parlano chiaro, ma soprattutto ascoltatelo, in tutti i suoi progetti, l' ultimo Titanic For A Bike” (con Claudio Filippini al pianoforte, Asaf Sirkis alla batteria e Julian Argüelles ai sassofoni).  E leggete questa "birra con .. D&D.  









Luogo di nascita:
Mosca, Russia


Età:
39


Vivi a?
Lucerna, in Svizzera Centrale dove mi sono trasferito poco fa dalla Brianza (dove mi ero trasferito da Milano nel 2008!)

Birra preferita:
Hmm, in effeti, la birra la bevo raramente, però con voi lo faccio molto volentieri! Diciamo…Adelscott?

Vino Rosso o Bianco?
Decisamente rosso! Montepulciano d’Abruzzo della Cantina Zaccagnini, lo consiglio vivamente. Così facciamo una pubblicità nascosta, no? Magari potrei diventare un loro endorser? 

Piatto preferito:
Eh, pian piano stiamo arrivando alle domande poco facili…non ho dei piatti preferiti, quando me lo chiedono, mi sento quasi in crisi! Mangio un po’ di tutto, però ultimamente faccio più attenzione al contenuto – soprattutto se si tratta di cibo preconfezionato: cerco di evitare le sostanze tipo E-qualcosa e tutto quanto. Poi, meglio se il cibo sia organico, preferisco (quando possibile) anche conoscerne la provenienza: ad esempio, in Brasile producono tanto pollo, però è trattato molto male nelle gabbie, perciò il pollo Brasiliano va possibilmente evitato, e così via. Il prossimo passo sarebbe probabilmente diventare un vegetariano…vedremo!

Colore preferito:
Ma ce l’ho? Potrei magari indicare che in genere negli arredi non mi piacciono i colori “moderni” e freddi, come il bianco. Sono “old fashioned”! (Non fraintendiamoci: le case e gli arredi degli anni ’70 li odio!)



Squadra del cuore:
Ah, questa domanda è un po’ “fuori pista” – lo sport non lo seguo e non lo seguivo mai, non lo trovo interessante….

Il disco che ti ha fatto innamorare del Jazz:
Non so, non penso che esista. Ho ascoltato un bel po’ di cose diverse ancora da bambino: avevo iniziato col jazz più “antico”, con gli artisti come Woody Herman, Louis Armostrong, Count Basie e altri, attraversando poi nei miei ascolti una varietà dei stili jazzistici – Dave Brubeck, Bill Evans, Chick Corea, Yellowjackets, Fourplay (non è proprio un gruppo jazz però)…sarebbero troppi nomi se volessimo indicarli tutti. Tra l’altro, dovrei ancora avere da qualche parte una registrazione bootleg di due concerti di Brubeck fatti a Mosca nel 1988 (se non mi sbaglio): ero nel pubblico, avevo portato un registratore in borsa in modo che nessuno lo possa vedere, ed ho documentato tutto! Nel gruppo c’era Bill Smith al clarinetto, il figlio di Dave, Chris, al basso elettrico e Randy Jones alla batteria. La vita ogni tanto porta delle sorprese incredibili: se qualcuno all’ora mi avesse detto che avrei suonato con Bill Smith 20 anni dopo, non c’avrei mai creduto! La stessa cosa mi è successa, ad esempio, con Kenny Werner: quando lo ascoltai su un CD per la prima volta anni fa, pensai: “oh, questi sono pazzi – guarda cosa combinano!” E poi ho avuto un enorme piacere di fare qualche concerto in trio con Kenny proprio l’estate scorsa!

Anticipando una possibile domanda, vorrei dire subito che ci sono 2 pianisti con cui mi piacerebbe tantissimo fare qualcosa in futuro – spero molto che prima o poi si riesca – Alan Pasqua e Fred Hersch!

Il Jazzista che più ti ha ispirato:
Beh, penso che – almeno parzialmente – la risposta si trovi in quello che ho detto precedentemente, cioè – non c’è nessuno che mi abbia ispirato più di altri, però ci sono tanti musicisti che hanno in un certo senso formato la mia percezione e cultura musicale. Decisamente, nel passato una delle influenze più forti – a livello compositivo – è stata quella di Chick Corea, però senz’altro non è l’unico. A livello strumentistico, potrei magari nominare una persona che mi ha fatto riflettere ed iniziare ad esplorare le strade all’epoca per me sconosciute: Niels Pedersen. Non vorrei però parlare dei bassisti, non compro mai un CD di un artista solo perché suona il mio strumento, questo “strumentismo” non mi ha mai interessato e probabilmente non interesserà. Agli allievi (di contrabbasso) sempre dico che debbono ascoltare innanzitutto pianisti, sassofonisti, trombettisti….non i loro colleghi, altrimenti rischiamo di rinchiudersi nelle dogme, cliché e licks strumentali, il ché non vedo come una cosa positiva.

Quale musica da ascoltare oltre al Jazz?
Qualsiasi. Io personalmente non divido i generi per “buoni” e “cattivi”. Ci possono essere brani di musica pop scritti con tanto talento, e ci possono essere gli esempi di musica “colta” che valgono ben poco. Il problema principale di oggi è che la musica è ormai diventata un sottofondo: dovunque tu vada – negozi, bar – si sente sempre qualcosa. Così il nostro lavoro – quello di qualità, per dire - perde il suo valore completamente.  La gente spesso non sa più distinguere il bello e vero dal brutto e malfatto. Poi, facciamo caso: quasi tutti questi brani che si sentono dagli speakers nei luoghi pubblici, sono in 120 di metronomo (e nel passato non era così), avete magari già notato e pensato perché? Io – si, la mia risposta è semplice: 120 è il preset automatico di software per scrittura musicale! Non vorrei fare ulteriori commenti, penso tutto sia già ben chiaro.

Ultimo libro letto:
L’orario dei voli dell’aeroporto di Monaco. Scherzo, ovviamente! L’ho detto perché esso si trova sempre nelle navette che ti portano all’aereo a MUC, e perché sono appena sceso da un altro aereo, e domattina alle 6:40 sono di novo a bordo… Infatti, poi loro sono “i luoghi” ben adatti alla lettura – a meno che uno abbia una necessità urgente di completare un lavoro (nel mio caso – scrivere le musiche, gli arrangiamenti, un articolo, ecc.).  Rispondendo alla vostra domanda un po’ più seriamente – onestamente, non mi ricordo. Mi capita ogni tanto di rileggere qualcosa nel passato remoto, e quindi l’ultimo libro letto potrebbe benissimo non essere proprio “l’ultimo libro letto”!

Libro indimenticabile:
Mah, ce ne ho alcuni…magari, più degli altri vorrei citarne due: The Loved One di Evelyn Waugh e…Games People Play di Eric Berne! A mio avviso dilettantesco, quest’ultimo è una vera scoperta nel mondo della psichiatria e psicologia umana. Una scelta strana, no? J

Ultimo film visto:
Non so se rispondere a questa domanda o meno…proprio perché l’ultimo film che mi è capitato di vedere era…hmm…un film molto chiacchierato…in maniera ben negativa….ed ero curioso di vederlo. Si chiama The Human Centipede….Scusate – avete chiesto quale era l’ultimo! J Comunque questa è una parte del mio carattere: ad esempio, una volta lessi una recensione mega-negativa di un CD di … lasciamo perdere il nome, è un artista molto famoso. Ovviamente, mi sono detto subito: appena vedo sto disco, lo compro che sono curioso! E l’ho comprato pochi giorni dopo. Infatti, non era un gran bel album, però quella stroncatura era decisamente eccessiva. Ed io ho sodisfatto la mia curiosità umana e professionale!
Film indimenticabile:
Molti vengono in mente, però scegliendone uno, sto rischiando di essere un po’ banale: “Once Upon a Time in America”…

Città o Campagna:
In che senso? Dove preferirei di vivere? Decisamente campagna! Però sarebbe ottimo avere anche un appartamento in città – se uno se lo può permettere! Anni fa, quando ancora giravo il mondo coi Solisti di Mosca, mi ero innamorato di un posto – Rolandseck, vicino a Bad Godesberg (Bonn). Avevamo suonato più volte alla…stazione di Rolandseck (Bahnhof Rolandseck), però…non è una stazione qualsiasi: tra i primi che si esibiva lì era Johannes Brahms! Il bellissimo edificio è (immagino che lo sia) una proprietà privata, dentro c’è un museo dell’arte moderna (della scultura in particolare) e una sala da concerti! Questo posto sta esattamente sopra il fiume di Rhino, e mi sempre sembrava uno dei luoghi più affascinanti che io abbia mai visto, ed IL posto per vivere, però mi stavo sempre dicendo: “beh, è inutile sognarci – tanto non mi potrò mai permettere di comprare una casa lì!” Invece, con gli anni, questo “sogno” è diventato più o meno fattibile (magari, facendosi un mutuo, ecc., però non è proprio impossibile come sembrava), ed ora mi sto invece dicendo: “OK, mi compro una casa a Rolandseck, ma…che cosa ci vado a fare???” Incredibile: sogni una cosa, e poi – quando diventa realizzabile – capisci (essendo diventato magari una persona un po’ più matura) che – anche se sarebbe bello viverci – non ti serve… Che delusione! Beh, se magari un giorno vinco un grattavinci, ci compro qualcosa lo stesso!

Il tuo primo progetto:
Ho sempre creduto (probabilmente, erroneamente!) nelle cose “a nome di tutti”, e quindi il mio primo gruppo si chiamava…”Russian Jazz Quartet”! Come fosse un portavoce…. Adesso non avrei mai dato un nome così a una formazione mia….meno male!

Il tuo progetto attuale:
Ne ho alcuni. Poco fa, è uscito il mio album “Titanic For a Bike” registrato insieme ai bravissimi Julian Argüelles al sax, Claudio Filippini al piano e Asaf Sirkis alla batteria, cercherò di portarlo avanti – probabilmente, prevalentemente fuori dall’Italia, perché vedo molto più interesse a ciò che faccio altrove. Poi, quando è possibile, mi fa sempre molto piacere suonare con l’organico del mio CD “Metafore Semplici” (Universal, 2009) che comprende Klaus Gesing al sax, Giovanni Falzone alla tromba/flicorno, Gwilym Simcock al piano e lo stesso Asaf Sirkis alla batteria. Il quartetto (senza Giovanni) esisteva dal 2005 a nome di Klaus (anche se ultimamente abbiamo fatto diverse cose in Olanda e Inghilterra a nome di Gwilym e a mio nome in Italia!), e noi stessi lo chiamiamo “The A-team”! Mi ricordo come tornando a casa dopo ogni tour, pensavo di rientrare dal paradiso! Poi, tra pochissimo uscirà un lavoro “drumless” (sempre per Caligola, come “Titanic”) inciso con Roberto Olzer al piano e Fabrizio Spadea alla chitarra a cui ci tengo molto. Vedrò di fare qualche concerto anche con questo trio, probabilmente piuttosto in Germania, magari anche a Rolandseck! Poi, come tutti noi, ovviamente collaboro molto con diversi musicisti come sideman, ma questa è un’altra storia.

Progetto sogno nel cassetto:  
Certo che c’è qualcosa, ma se lo dico, non si realizza! Sono superstizioso! J



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