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martedì 31 maggio 2011

Eje Cagliari 2011

Siamo appena tornate da Cagliari, dove si è svolto l'European Jazz Expo.
Dei concerti che abbiamo seguito vi daremo conto con immagini e parole presto. Per ora mi limito ad una considerazione. All'interno del parco Monte Claro, dove si è svolta la manifestazione, c'era uno spazio per i bambini che in realtà è stato molto apprezzato anche dagli adulti, compresa la sottoscritta. L'idea di divertire i più piccoli e di farli suonare qualsiasi cosa (bottiglie di vetro, coperchi di pentole, cerchioni di pneumatici ecc) è stata geniale. Trasformare la musica in un bel gioco è il modo migliore per far scoprire ad un bimbo che suonare è bello e divertente, anche se si tratta di suonare le pentole e i coperchi.
dc

mercoledì 25 maggio 2011

Abbiamo ascoltato per voi: Mauro Bottini, Self Portrait



Mauro Bottini – Self Portrait

Mauro Bottini, tenor & soprano sax
Stefano Micarelli, electric guitar
Paolo Tombolesi, piano
Massimo Moriconi, double bass, electric bass
Massimo Manzi, drums

Drycastle records

Self Portrait e’  cd “autoritratto” che parla dell’ amore di Mauro Bottini per il mainstream: un amore non di facciata ma evidentemente sentito,  vissuto e metabolizzato, in cui viene rasentata la perfezione per accenti, dinamiche, fraseggi: Bottini ama  i suoi strumenti al punto di assecondarne il timbro quasi devotamente, estrapolandone la voce naturale.   Se e’ vero che spesso l' esattezza esecutiva ha un che di “didattico”, in questo caso trapela uno stile personale fatto di inclinazione verso l’ aspetto morbido e melodico dei brani, e di una vena improvvisativa disinvolta, scorrevole, ma non scarna (si ascolti il solo del sax in “Summertime”). 
Gli standards  sono quelli che ogni amante del genere conosce benissimo, e probabilmente tra questi ognuno trovera’ quello che al jazz lo ha fatto irrimediabilmente avvicinare:  “Estate”, “Four” “In a sentimental mood”, “Summertime” “St. Thomas” di Sonny Rollins, che Bottini rilegge ma non stravolge, il che ne rende l’ ascolto più che godibile. 
I tre brani originali firmati da Bottini (The train for the moon, Flowers shop e Self Portrait), funkeggianti, sono divertenti, frizzanti e orecchiabili, e permettono ai musicisti di giocare con soli di ampio respiro, ma anche di dimostrare quanto interplay scorra all’ interno del quintetto. 
Con il sax tenorista di Alatri ci sono Massimo Manzi alla batteria, che rende interessante ogni istante di questa ora di musica, mostrando di saper cambiare le carte in tavola anche durante le semplici esposizioni tematiche, mostrando una notevolissima fantasia; Paolo Tombolesi al pianoforte e Stefano Micarelli alla chitarra elettrica, che arricchiscono il clima morbido  con momenti solistici anche graffianti; Massimo Moriconi  al contrabbasso e basso elettrico, prezioso e pieno nell’ accompagnare, ma che uno spessore creativo di rilievo. 
Un cd dunque che ha come punti di forza da un lato la conoscenza profonda della musica eseguita e della tecnica strumentale ad essa correlata,  dall’ altro la piacevole scorrevolezza che ne deriva all’ ascolto:  per swing, feeling tra musicisti, rispetto tematico stilistico di brani quasi oramai leggendari,  ma anche capacita’ di improvvisare in modo convincente mai monocorde. 

Daniela Floris

Milano, Attilio Zanchi e Max De Aloe in concerto domani giovedi' 26 maggio

JazzDaniels vi segnalano quello che si prospetta come un bel concerto di jazz: Attilio Zanchi e' un contrabbassista di rilievo che vedete attualmente sul palco con jazzisti come Paolo Fresu, Bebo Ferra, Enrico Rava ed altri ancora, e che ha un curriculum da vertigini se si guarda alle sue collaborazioni con Tony Scott, Steve Lacy, Kenny Wheeler, Sheila Jordan, tanto fare qualche nome.  Max  De Aloe lo abbiamo citato qui sul nostro blog per il bellissimo cd "Bradipo", e per averlo ascoltato suonare la sua armonica cromatica durante la registrazione del nuovo lavoro su Jobim della cantante Antonella Montrasio.  Ci sembra proprio valga la pena di segnalare agli appassionati di Milano e dintorni che questo e' un concerto che vale la pena di andare ad ascoltare!


Max De Aloe, armonica cromatica
Attilio Zanchi, contrabbasso




Bistrot del tempo ritrovato
via Vincenzo Foppa, 4
Milano (Milan, Italy)
ore 19

domenica 22 maggio 2011

"Keres" di Massimo Barbiero: le note di copertina di Daniela Floris

Keres

Si chiudano gli occhi. Si dimentichi la propria collocazione spazio temporale… e ci si lasci andare ad un flusso continuo di suoni e battiti multiformi, e di note, si di note, di sensazioni emotive contrastanti dalla piu’ inquieta alla piu’ cristallina e tersa, di colori e di intensita’ variegate e cangianti. Un viaggio che e’ bene compiere ininterrottamente dall’ inizio alla fine, da una “Gabbia” ad una “Palingenesi” liberatoria: quindici sono le tappe di questo percorso sonoro suggestivo cosi’
rarefatto eppure anche cosi’ terreno. Quando Barbiero decide di creare la sua musica in solitudine,i suoni si moltiplicano e si combinano all’ infinito, e non solo perche’ sono tanti i suoi strumenti,ma perche’ molte sono le emozioni e le sue sensazioni, e forte e’ il bisogno di esprimerle, cosi’che questi suoni finiscono per diventare suoni dell’ anima, in un impeto espressivo che regala,a chi ascolti senza pregiudizio e senza la ricerca spasmodica di un senso razionale, una preziosa
possibilita’: quella di fare il percorso inverso di Barbiero, e di trovare nel proprio animo e nel proprio vissuto sensazioni ed emozioni corrispondenti a quei suoni cosi’ impalpabili eppure cosi’emotivamente reali.

Daniela Floris



martedì 17 maggio 2011

Abbiamo ascoltato per voi: Luisiana LORUSSO UPWARDS


Luisiana Lorusso

UPWARDS

CiniK Records


Sveglia, organizzatori di festival jazz, sveglia sedicenti appassionati di buona musica, gestori di club prestigiosi ma anche di piccoli locali che non vedete l’ ora di accaparrarvi il grande nome per avere lustro e pubblico! Sentiamo sempre i soliti nomi in giro, molti bravissimi, certo, ma quasi sempre gli stessi.  Il perche’ e’ semplice: la logica e’ quella economico/affaristica.  Ma chi si occupa di musica dovrebbe avere anche un incondizionato amore per l’ arte.
Cosa deve fare una musicista come Luisiana Lorusso oltre a saper suonare magistralmente il violino, avere una musicalita’ pazzesca, una creativita’ istintiva, un notevole gusto estetico e una bella vena compositiva? E cosa bisogna fare per ascoltarla dal vivo e vedere il suo “Upwards” negli scaffali dei negozi in mezzo alle migliaia di cd non tutti di qualita’, ma ben promossi perche’ inseriti nel mercato?
“Upwards” e’ un cd importante, musicalmente.  Sottesa c’e’ una visione “sinestetica” dei colori e dei suoni, in cui il colore e’ fonte di emozioni per l’ artista e per i suoi compagni di viaggio, ma a sua volta tende a risvegliare in chi ascolta la propria personalissima “sinestesia”, intesa come accostamento di mondi percettivi diversi (in questo caso il colore che genera suoni – e i suoni che generano la percezione di  colore).  Se in alcuni brani la corrispondenza potrebbe apparire quasi evidente o “onomatopeica” (ci si passi l’ incongruenza), come in “Acid Color”, in altri quello che per la Lorusso era il punto di arrivo puo’ essere punto di partenza per chi quel brano sta ascoltando.  Musicalmente emerge tutta la dura, appassionata preparazione che occorre ad una violinista prima di poter diventare interprete.  C’e’ il gusto della sovrapposizione polifonica delle note (ascoltate “Lux”, arrangiato da Enrico Melozzi, con la sua iniziale costruzione vocale, in contrasto con l’ elettronica – ad opera di Claudio Filippini-  a cui poi si aggiunge il vibrafono, che ricamano un inusuale intreccio acustico e elettronico).   C’e’ anche un gusto estetico particolare, una ricerca del “bello armonico” al di la’ dei canoni classici, in ogni traccia di “Upwards”.  La stessa voce di Luisiana e’ lungi dall’ avere quel qualcosa di “perfettino” e pulito che accomuna di altre voci “esatte” che si sentono in giro: e’ swingante, aspra, espressiva ma anche dolce e sottile quando… quando sente di doverlo o volerlo essere (“Orange”). 
La Lorusso suona il violino dimostrando di averlo studiato a fondo per poi poterne estrapolare un suono assolutamente personale: fraseggi intensi, una innegabile sonorita’ mediterranea (l’ artista e’ pugliese),  connotazione alla quale ella  pero’ e’ ben lungi dal rimanere inchiodata, con le oramai trite “contaminazioni” (pensiamo alle onnipresenti pizzica e/o tarantella).  E’ piuttosto un’ indole appassionata, anche sanguigna in alcuni tratti (“Brown”), ma sempre elegante, che diventa stato d’animo piuttosto che “rappresentazione dell’ essere del sud” (della quale non se ne puo’ piu’, francamente). 
I brani sono tutti originali (a parte “Round midnight”, resa inusuale dai cambi continui di tonalita’ e dall’ arrangiamento voce – contrabbasso), alcuni di essi sono veramente notevoli (“Ballad of the Urgent love” di Balducci, ad esempio, associato al colore Rosso, e’ intenso e gode di un tema molto bello, molto jazzistico: e permette alla Lorusso di mostrare quanto naturalmente variegata sia la sua voce, e non certo “variegata a tavolino”).  La mini suite “Violet – Diverse tonalita’ di viola” (ancora di Melozzi), per sottolineare un altro suggestivo brano, procede , in uno svolgersi affascinante , da iniziali polifonie armoniche  di archi, al crescendo progressivo che risolve inaspettatamente su  basso pianoforte e batteria: salvo destrutturarsi un attimo dopo in cambi di tempo e tonalita’… tutta la suite e’ tenuta insieme dal sottofondo di archi: il viola, forse. Il valore aggiunto e’ questo: per chi vi scrive il sottofondo di archi potrebbe rappresentare il viola… comunque sia,  e’ arrivata a destinazione una vibrazione, da interpretare secondo il proprio vissuto e la propria indole.  Balducci, Partipilo, Signorile, Vendola e Bardaro sono assolutamente all’ altezza di questo ambizioso e riuscito progetto sonoro, poiche’ il fine – come dovrebbe sempre essere, specie nel jazz  (categoria quanto mai labile, naturalmente) – e’ quello espressivo. 
Sveglia dunque, sveglia: ascoltatelo, questo “Upwards”.  Ne vale davvero la pena. 

Daniela Floris

lunedì 16 maggio 2011

Musica per immagini. Daniela Crevena e lo sguardo di Tom Harrell

Questa e' una foto che JazzDaniels amano molto. Inutile tentare di capire il perche': e' la magia dello sguardo di un attimo colta al momento giusto, e che ha fatto saltare dalla sedia Daniela Crevena quando, a notte fonda, durante Umbria Jazz 2010, ha cominciato a lavorare le foto della lunga giornata appena trascorsa.  

La nuova Casa del Jazz: rutilanti novita’ e rassicuranti punti fermi

Sono stata alla Casa del Jazz dopo un bel po’ di tempo l’ altra sera, per ascoltare il concerto di Daniele Pozzovio in Trio (del quale ho dato conto in “A proposito di Jazz” Omaggio alla tradizione con il Trio di Daniele Pozzovio).  La gestione come sapete e’ cambiata da qualche mese e cosi’ sono arrivata curiosa di vedere quali fossero i cambiamenti in uno degli spazi dedicati al Jazz piu’ prestigiosi di Roma.  Entro, la serata e’ una di quelle tiepide  serate primaverili romane e sono rincuorata: i malinconici tavolini fuori, al buio, ci sono ancora!!!! Come prima.  Il grande giardino e’ sempre curato, il prato anche, senza alcuna illuminazione che sicuramente lo danneggerebbe, a che servirebbe una inutile scenografia, tanto ancora non e’ estate e la gente entra solo a vedere il concerto! Come prima.  Anche questo mi rincuora, cosi’ come mi rincuora il silenzio dello spazio ristorante, che non ho idea se sia aperto o meno.  Come prima.  Bene, vado a ritirare il mio accredito, nella saletta in cui si trovava il piccolo negozietto di libri e cd, e dove avevo fatto piu’ di un acquisto… ed ecco la prima novita’! Niente piu’ libri, niente piu’ cd, finalmente questo spazio e’ messo a nudo, completamente vuoto.  E’ bello averlo reso interamente fruibile, via i ridondanti scaffali, finalmente si nota il mosaico bianco e nero del pavimento. Bene, entriamo in sala: la sala e’ bella come sempre, comincia ad arrivare il pubblico, prendo posto, mi preparo con il mio tradizionale libricino per prendere appunti, buio in sala, entra il nuovo direttore artistico della Casa del Jazz, e lui stesso fa notare un’ altra miglioria, che io, distratta, non avevo notato: tolta la tenda – pannello alla destra del palco, ora si vede fuori e da fuori si vede il palco.   Ma la vera novita’ va in scena un attimo dopo, e la definirei lo “Scollamento emotivo tra artista e organizzatore”.  D’ altronde il nuovo patron e’ un vecchio leone del jazz a Roma ed e’ certamente coriaceo ed avvezzo ad ogni tipo di evento: quanti “Trio” avra’ introdotto prima di stasera?  Dunque la sua presentazione, giustamente, a dispetto di ogni inutile “sacralita’” dello spazio scenico di ellenica memoria, e’ romanescamente sbrigativa e disincantata.  Lo scollamento con lo stato emotivo del pianista e’ evidentissimo, poiche’ la Casa del Jazz e’ spazio importante a Roma, suonarvi in Trio e’ un evento di rilievo per qualsiasi artista, e infatti quest’ ultimo e’ molto emozionato e teso,  e per i primi due o tre brani suda sette camicie e sorride molto poco.  La sacralita’ dello spazio scenico e’ ristabilita.
E’ bello vedere che anche la musica puo’ essere fruita come un qualsiasi altro accadimento quotidiano, sfrondiamo da ogni inutile orpello: e’ un modo per far uscire il Jazz dallo status di musica di nicchia? Molto probabilmente si, l’ intento e’ da noi assolutamente auspicato, ora pero’ vogliamo anche il popcorn in vendita all’ entrata. 

Daniela Floris

martedì 10 maggio 2011

Abbiamo ascoltato per voi: Max De Aloe - Bradipo

Max De Aloe Quartet                             

Bradipo

Max De Aloe, armonica cromatica
Roberto Olzer, pianoforte
Marco Mistrangelo (double bass)
Nicola Stranieri (batteria)

Abeat abjz 070

L’ armonica cromatica e’ un piccolo strumento dalle immense potenzialita’ espressive.  Ma bisogna che la suoni un artista che abbia un’ anima.  O la si suona con l’ anima o si rischia di sentire solo un suono petulante e sottile.  Max De Aloe e’ un artista con l’ anima, e Bradipo e’ un cd che va ascoltato d’ un fiato, dal primo all’ ultimo brano, cosi’ come si vede un film.  E in effetti c’e’ un fil rouge cinematografico che lega le tracce di Bradipo.  Ma non e’ un filo intellettualistico, basta ascoltare come suona De Aloe per comprendere che la sua e’ una vera esigenza espressiva, e l’ espressivita’ e perseguita con bravura, perche’ Max sa suonare benissimo, padroneggia uno strumento di per se molto difficile da far cantare, vibrare, respirare: ci vuole calma, bisogna assaporare ogni suono, non farsi prendere dalla frenesia.  Cosi’ prendete Bradipo e ascoltatelo da  “L’ aria in mezzo “ a “La strada” e rimarrete affascinati da questo quartetto di musicisti cosi’ empatici tra loro, vi emozionerete per le dinamiche intense e raffinate che questo armonicista di classe sa regalare perche’, si sente, ama il suo strumento e se ne serve per parlare, per raccontare, in una parola per esprimersi.    
Melodie, frasi di grande respiro (“L’ Aria in mezzo”), brani da colonna sonora (vedi “Partiamo all’ alba”, con la batteria di Stranieri quasi ‘onomatopeica’ che corre per un binario ideale, chissa’), una piccola suite nella suite dedicata agli amatissimi Pink Floyd riletti in chiave morbidamente jazzistica con un arrangiamento veramente suggestivo, in cui il contrabbasso di Mistrangelo in “Breast Milky” emerge in tutta la sua versatilita’, cosi’ come il pianoforte di Olzer in “ Freely drawn from sheep”. 
Non c’e’ un brano che non abbia un senso espressivo, al di la’ di cio’ che arriva a chi ascolta, arrivano comunque intensamente emozioni e “parole”. “Lee e Jackson”, che e’ dedicato all’ amore tormentato e profondissimo tra Jackson Pollock e Lee Krasner, e’ un vero e proprio racconto, fatto di momenti musicali che si susseguono, tra introspezione e intensita’ quasi fisica, come di mille momenti e’ fatta la vita, specialmente quella del sentimento amoroso.  Quando arriverete a “La strada” di Nino Rota, struggente, inizialmente sognante ad opera del pianoforte, eppure allo stesso tempo cristallina e serena, capirete il perche’ delle parole di questa mia recensione…. Come si ottiene un disco cosi’? Suonando sapendolo fare, suonando perche’ si ama la musica, e se volete sia piu’ tecnica, giocando con le dinamiche, non eccedendo con il virtuosismo – che esiste a monte ma va dimenticato e usato solo in senso espressivo, cercando il bilanciamento, ascoltandosi reciprocamente, avendo gusto: in una parola, facendo musica. 

Daniela Floris

venerdì 6 maggio 2011

Musica per immagini. Charlie Haden, Foto importante!

Questa foto e’ stata scattata da Daniela Crevena a Milano il 31 ottobre 2010, in occasione dell’ unico concerto in Italia di Charlie Haden con il suo Quartet West.  JazzDaniels erano li’ per conto di Gerlando Gatto e A proposito di Jazz (vi mettiamo il link all’ articolo che ne scaturi’ pochi giorni dopo). 

E’ una foto per noi importante! Dopo quel concerto abbiamo passato due mesi silenti, ma dopo siamo ripartite forti e motivate.  E infatti eccoci! La postiamo perche’ per noi e’ simbolica.  Ed e’ una foto bella.  Charlie Haden Quartet West: la grandezza discreta del Jazz

JazzDaniels: i nostri prossimi impegni!!!!

Sempre work in progress, perche’ ci muoviamo anche all’ improvviso, ma anche perche’ D&D devono fare i conti con il loro lavoro ufficiale (e dunque con giorni di ferie limitati: purtroppo raccontare il Jazz non paga da vivere), ma gli impegni ci sono eccome!!!
Ecco dove saremo da maggio fino a Luglio.  Il calendario e’ in continuo divenire! Anche perche’ la Crevena abita a Bergamo, la Floris a Roma, e quindi ognuna si muove nella propria citta’ e dintorni autonomamente, of course. 

10 maggio, Daniela Floris sara’ a Roma alla Casa del Jazz – Daniele Pozzovio in Trio, per Gerlando Gatto – A proposito di Jazz

14 maggio, Daniela Floris sara’ a Roma al Music Inn – Giovanni Tommaso Apogeo, per Gerlando Gatto – A proposito di Jazz

18 maggio,  Daniela Floris sara’ a Roma alla libreria Feltrinelli  di Largo di Torre Argentina con Gerlando Gatto, per A proposito di jazz, alla presentazione del cd di Nicola Mingo “We remember Clifford”

27  maggio: JazzDaniels a Milano, Blue Note, Ron Carter per Jazzitalia

28, 29, 30 maggio: JazzDaniels a Cagliari, per seguire EJE (European Jazz Festival) per Jazzitalia

9, 10, 11, 12 giugno: Daniela Floris sara’ ad Alba Jazz per Gerlando Gatto – A proposito di Jazz

8, 9, 10 luglio e 14, 15, 16, 17 luglio JazzDaniels a Perugia seguiranno Umbria Jazz per Jazzitalia

Inoltre, la Floris ha in programma di ascoltare e descrivere per voi i cd:
Bradipo, di Max De Aloe
Upwards, di Luisiana Lorusso
Self Portrait di Mauro Bottini

La Crevena, dove anche non sara’ insieme alla Floris, arricchira’ il blog con le sue foto.

Enjoy e a presto!
JazzDaniels

giovedì 5 maggio 2011

Concerti ed eventi ! JazzDaniels vi segnalano:





Domenica 8 maggio a Milano ore 21

Blue Note, via Pietro Borsieri 37




HIGH FIVE
In concerto al Blue Note
TRIBUTE TO JAPAN

Fabrizio Bosso tromba
Daniele Scannapieco sax
Luca Mannutza piano
Tommaso Scannapieco contrabbasso
Lorenzo Tucci batteria

Gli High Five sono particolarmente legati al Giappone e dedicano questo e i prossimi concerti ai loro amici colpiti dalla terribile tragedia del terremoto.  Concerto importante! Gli High Five tornano dopo due anni di assenza proprio per rendere questo omaggio al popolo nipponico. 

Domenica 8 maggio a Roma, ore 1730 e ore 22

FELT Music Club
Via degli Ausoni 84

Maurizio Brunod, chitarra, sara’ il protagonista della clinic:
"L'effettistica ... dal Rock al Progressive" 
(ore 1730)

Alle 22 presentera’ il suo nuovo cd in solo “BAD EPOQUE” (Monk Records)
CONCERTO



Lunedi’ 10 Maggio a Roma ore 21

Casa Del Jazz, via di Porta Ardeatina 55

Concerto del Daniele Pozzovio Trio: “Omaggio alla tradizione”
alla Casa del Jazz
omaggio alla tradizione 
La Casa del Jazz registrerà il concerto live per la produzione del prossimo disco.

Daniele Pozzovio: pianoforte
Giorgio Rosciglione: contrabbasso
Andrea Nunzi: batteria

mercoledì 4 maggio 2011

Musica in uscita

Siamo sempre contente di farvi sapere quando sta per arrivare bella musica.  Cosi' stamattina vi segnaliamo che e' un uscita, a maggio, il nuovo cd in solo del percussionista / batterista di Ivrea Massimo Barbiero.  Il disco si intitola KERES ed e' un viaggio in sonorita' senza spazio ne' tempo... ne parleremo ancora! Intanto buona giornata, e seguiteci sempre


D&D

martedì 3 maggio 2011

Un anno dopo

Ron Carter Blue Note 2010
Ron Carter Trio Umbria Jazz 2010

E' passato quasi un anno da quando laCrev e laFlo, nel proscenio del teatro Morlacchi a Perugia, durante Umbria Jazz 2010, hanno assistito al concerto di Sir Ron Carter, che, chiuso nel suo elegantissimo abito scuro nonostante il caldo insopportabile, ha dato vita ad uno spettacolo difficile da dimenticare. Quell'occasione ci ha dato modo di ricordarci perchè amiamo questa musica. Abbiamo atteso ogni sussurro del contrabbasso, amato l'interplay con Mulgrew Miller al pianoforte e  Russel Malone alla chitarra, apprezzato l'eleganza e vissuto l'emozione del concerto.
Ora ci apprestiamo ad una seconda occasione. Sir Ron Carter si esibirà al Blue Note di Milano il prossimo 27 Maggio. Noi ci saremo. 
Stay tuned. 
laCrev

Abbiamo ascoltato per voi: Lorenzo Tucci - TRANETY

Lorenzo TUCCI Lorenzo Tucci


TRANETY

Lorenzo Tucci, batteria
Claudio Filippini, pianoforte
Luca Bulgarelli, contrabbasso

Albore Jazz / Egea distribuzione
Photo cd: Andrea Boccalini

ALBCD-013



Si potrebbero mai replicare il suono, l’ intenzione, il timbro di John Coltrane? E soprattutto, avrebbe senso, musicalmente, tentare l’ impresa impossibile di ricostruire una musicalita’ legata cosi’ indissolubilmente ad un musicista che ha disegnato un pezzo importante di storia del Jazz? Lorenzo Tucci deve aver avuto molto chiaro in mente questo concetto, perche’ “Tranety” e’ un tributo appassionato a Trane che pero’ intenzionalmente non prevede la presenza del sax.  Scelta coraggiosa, e stilisticamente ammirevole, perche’ l’ efficacia e la bellezza di questo lavoro sono fondate proprio sulla ricerca dell’ essenza spirituale, morbida, e lirica di questo grande musicista.  Dico “musicista” e non “sassofonista” volutamente, perche’ e’ la musica di Coltrane e non il suo indiscusso valore di strumentista cio’ che sembra interessare Tucci, che cosi’ facendo dimostra a sua volta di essere musicista, prima ancora che (eccezionale) batterista.  In Tranety viene sapientemente estrapolata, attraverso i suoni, la spiritualita’ di Coltrane, ed il titolo stesso ha in se qualcosa di mistico, che e’ l’ aspetto che piu’ interessa il leader di questo Trio , che vede Claudio Filippini al pianoforte e Luca Bulgarelli al contrabbasso.  
Nessun virtuosismo fine a se stesso: sono  l’ impressione e “l’ idea”  di Trane impresse nell’ animo di Tucci, che emergono: e’ musica che parte da un’ emozione, curando ogni minimo particolare per arrivare all’ espressivita’.  Se la parte tematica e’ affidata a pianoforte e contrabbasso, Tucci alla batteria muove e ricostruisce timbricamente le asperita’ e la complessita’ del timbro di Coltrane: ovvero, la batteria e’ fondamentale perche’ il flusso sonoro complessivo rievochi e parli di Trane.     
E allora si ascolti “Moment’s Notice”: Tucci, che ha un tocco riconoscibile tra mille, suona melodicamente, non si limita ad accompagnare o a definire ritmicamente, ma ha una sua precisa poetica, cammina insieme al pianoforte legandolo in un intreccio che non si potrebbe immaginare diverso, tanto e’ intenso… Filippini si dimostra ancora una volta pianista di altissimo livello, tra i pochi in Italia, senza alcun dubbio, con il suo tocco cristallino, chiaro,  ma anche poetico perche’ accenna e non descrive, crea: e per questo, riesce ad emozionare chi ascolta. Bulgarelli da’ un impulso armonico ritmico fondamentale e per di piu’ ha un suono pazzesco e gusto da vendere.  La batteria, pur essendo fortemente connotata  non prevarica mai.  Neanche in “Afro Blue”, che pur essendo in 5/4 e’ fluido e morbido e nello stesso momento energico ed intenso.  “Equinox” e’ una meraviglia di bilanciamento sonoro, e’ vibrante e jazzistica fino al midollo, ed e’ seguita da “Solstice”, suggestivo brano originale di Tucci, in cui la mano destra di Filippini gioca tematicamente sull’ ostinato della mano sinistra, mentre la batteria vola e canta, nel vero senso della parola.  “Wise One” e’ Coltrane: ogni altra parola sarebbe inutile. 
Ivre a Paris di Filippini” e “Hope” di Tucci (in cui Bulgarelli si dimostra eccezionale e sensibile contrabbassista) sono struggenti, morbide, e perfettamente inserite nel clima di un disco magico, impalpabile eppure cosi’ intenso da commuovere, tutt’ altro che etereo.  Ma da quando in qua i sentimenti sono eterei?
Se in un anno uscissero anche solo due dischi cosi’, e li si potesse poi sentire dal vivo molte piu’ volte di quanto poi il ‘mercato’ del jazz consente, gli appassionati di Jazz, quello vero, potrebbero dirsi davvero felici. 
Daniela Floris




lunedì 2 maggio 2011

Work in progress

Le idee continuano ad emergere! Il tempo di realizzarle e di muoverci con disinvoltura in questo spazio, ma arriviamo, arriviamo!  Di musica da ascoltare ce ne e' tanta, di situazioni musicali da vedere attraverso l' obiettivo almeno altrettante.  Workinprogress, lavori in corso ma a prestissimo.

D&D

domenica 1 maggio 2011

Un pomeriggio con Jobim

Esperienza intensa quella di ieri pomeriggio per Daniela Crevena e Daniela Floris,  in studio di registrazione con Antonella Montrasio e il quartetto di Max De Aloe (Max De Aloe, armonica cromatica; Roberto Olzer pianoforte; Marco Mistrangelo, contrabbasso; Nicola Stranieri, batteria).  Grande concentrazione, naturalmente, perchè la sfida è affascinante: Antonella sta (anche in questo preciso momento) incidendo brani di Jobim, mantenendo però integralmente gli arrangiamenti originali del grande Claus Ogerman.  Per nulla semplice l' impresa, ma per quello che abbiamo sentito il risultato sarà bellissimo.  Abbiamo assistito all' incisione di pezzi quali "Imagina", "Luiza", "Bebel", ai quali Antonella è legata fin dall' infanzia, e siamo rimaste veramente incantate! Buon lavoro, ragazzi, JazzDaniels vi seguiranno in questa impresa, passo passo.

D&D