Alessandro Tedesco: trombone, elettronica, effetti
Giovanni Francesca: chitarra elettrica, elettronica
Davide Costagliola: basso elettrico, elettronica
Stefano Costanzo, batteria
Itinera - ITN019
di Daniela Floris
Caldamente consigliato
nelle note di copertina da Paolo Fresu, "Argonauta" di Alessandro
Tedesco è connotato dalla varietà di suggestioni musicali, convivere proficuo di
musica acustica ed effetti elettronici, diversità di timbri, ricercati esplorando tutte le possibilità del proprio strumento, ma con un leitmotiv: il fraseggiare
morbido, la ricerca di frasi melodiche accattivanti, il dialogo continuo con le
chitarre di Giovanni Francesca, I bassi di Davide Costagliola e la batteria di
Stefano Costanzo.
Una certa fantasia compositiva alla base delle suddette
variegate “zone climatiche sonore” fa sì che ogni brano abbia una sua
caratteristica essenziale. Intreccio di timbri tra strumenti, frammenti
melodici che viaggiano per tutta la durata del brano, un incipit prevalentemente
elettronico che gradualmente passa a un sound più acustico ne “Lo scivolo”; lo
stesso incipit avveniristico di “Ostinato sud” si tramuta improvvisamente in un
brano molto mediterraneo, con un bel contrasto tra ostinato del contrabbasso e le molte combinazioni ritmiche della batteria... quasi una piccola danza ipnotica, incentrata su un orientaleggiante intervallo di seconda aumentata, interrotta con gusto da un inciso più "latin".
Ma se ascoltiamo “Giusy” ci avvolgerà un tema melodico dolce,
quasi una ninna nanna, con una armonizzazione semplice e morbida in cui il
trombone si assesta volutamente su un “piano” uniforme, senza scossoni, che
cura quella piccola melodia quasi con premura.
Clima non dissimile, ma certo non uguale, da quello di “Nonna Mary”, onirico
e rasserenante anche se con qualche connotazione “nostalgica” ottenuta con il
leggero appoggiarsi per un attimo risolvendo in un accordo minore….
Diverso ancora “Gatte su Marte”, un mix di effetti “spaziali”,
anche qui un ostinato quasi ossessivo degli accordi della chitarra che
contrastano con le frasi ripetute dal trombone in un crescendo dinamico di
intensità.
“Argonauta”, dunque, come il brano che forse non a caso dà il titolo all’intero lavoro, non annoia. Ripercorre criticamente il rock (con reminiscenze che sembrerebbero rievocare persino i Pink Floyd), il jazz, la musica elettronica e l’effettistica, il funky (“Tacchi a spillo”, ad esempio) mantenendo il fil rouge della scorrevolezza dei fraseggi e della morbidezza del timbro dello strumento sicuramente ben padroneggiato da Tedesco. Francesca, Costagliola e Costanzo mostrano ottimo feeling e assecondano l’atmosfera in maniera creativa e non certo scolastica per tutta la durata del percorso sonoro.
“Argonauta”, dunque, come il brano che forse non a caso dà il titolo all’intero lavoro, non annoia. Ripercorre criticamente il rock (con reminiscenze che sembrerebbero rievocare persino i Pink Floyd), il jazz, la musica elettronica e l’effettistica, il funky (“Tacchi a spillo”, ad esempio) mantenendo il fil rouge della scorrevolezza dei fraseggi e della morbidezza del timbro dello strumento sicuramente ben padroneggiato da Tedesco. Francesca, Costagliola e Costanzo mostrano ottimo feeling e assecondano l’atmosfera in maniera creativa e non certo scolastica per tutta la durata del percorso sonoro.
Daniela Floris
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