La belle vie
My Favorite Records - 8034135080202
La foto di copertina e' di Isabel Lima
La foto di copertina e' di Isabel Lima
Simona Severini canta canzoni….Canzoni vere e proprie, nate
per essere canzoni. Ecco quello che
accade in questo cd, senza orpelli, senza effetti inutilmente
sconcertanti. L’ originalità è proprio nella
difficile semplicità del cantare, ossimoro solo apparente, nel plasmare le
canzoni sulla propria voce dolce, sulla propria intonazione naturale, e nel condurre
chi la ascolta nel mondo quasi dimenticato della musica costruita ad arte per
essere squisitamente vocale: non a caso “La Belle Vie” e’ dedicato al grande
compositore, e autore di molte indimenticabili “chansons”, Gabriel Faure’. Ascolterete
dunque undici canzoni, diverse tra loro, reinterpretate jazzisticamente ma non
violentate o anche solo snaturate nel loro essere “canzoni”. La personalità della Severini e dei suoi
musicisti emerge attraverso il fil rouge intimistico dell’amore per queste
melodie, scelte tra le più belle nel genere: ben quattro i brani di Faure’, e poi
Sacha Distel, e Michel Legrand, ma anche brani originali di Antonio Zambrini,
autore di tutti gli arrangiamenti (ascoltate Enfance, su testo di Rimbaud) …
Simona Severini vista da Daniela Crevena |
Simona Severini vista da Daniela Crevena |
Un disco non facile,
attenzione. In questo caso la semplicità
va intesa come contrario di “artificiosità”: caratteristica preziosa, non certo sinonimo di
esilità espressiva o sonorità monocorde. Anzi: può diventare espressività allo
stato puro, se si ha il coraggio di cantare mettendo in gioco semplicemente la
propria voce e giocando, certo, su dinamiche, sfumature, ma anche sfruttando
come preziosa riserva da cui attingere il proprio timbro vocale, unico e non
ripetibile, senza artifizi. Simona
Severini è questo che fa, insieme ai suoi musicisti: Zambrini al pianoforte,
Alex Orciari al contrabbasso, Antonio Fusco alla batteria, perfettamente
sintonizzati con lei ma anche tra loro nel voler creare questa nitida e
cristallina atmosfera jazzistica e tradizionalmente melodica allo stesso
tempo. Da La belle vie, a Au bord de
l’eau di Faure’, alla swingante Ce
mortel ennui, si cammina attraverso un affascinante percorso sonoro
tutt’altro che piatto, ricco non certo per effetti o scossoni ma per la cura
dei particolari, per nostalgiche
reminiscenze musicali, e per non rari momenti evocativi. E’ come navigare in un fiume, senza fretta,
ammirando il paesaggio che via via ci si dispiega davanti agli occhi . Se a questo si aggiungono tre brani (Mai, The
summer knows ed Enfance) in cui
Gabriele Mirabassi ricama arabeschi preziosi indimenticabili con il suo
clarinetto, capirete perche’ valga la pena di ascoltare “La Belle Vie”.
Daniela Floris
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