APERITIVO IN CONCERTO
Teatro Manzoni Milano
Aaron Parks: pianoforte
Anders Christensen: contrabbasso
RJ Miller: batteria
Articolo di Daniela Floris
Foto di Daniela Crevena
Aaron Parks |
Si può essere Jazzisti sofisticati, virtuosi, sperimentatori , mantenendo quel lato sanguigno, istintivo, comunicativo del Jazz che è poi quello che ha fatto innamorare del Jazz molti di noi?
Aaron Parks a Milano ci è riuscito, con il suo Trio, al Teatro Manzoni, in occasione della rassegna Aperitivo in Concerto.
Ci è riuscito con un Jazz raffinatissimo ma non di maniera, fatto di sottigliezze, di dinamiche basse ma intense, mai esili, di dialoghi avvincenti tra pianoforte e il contrabbasso di Anders Christensen, dei groove di RJ Miller alla batteria, ricchi di spunti ma di un’ eleganza soffusa.
Aaron Parks - Anders Christensen |
RJ Miller |
E
soprattutto con una fantasia compositiva che si è dipanata durante tutto il
concerto, con la particolarità di un evidente amore per il lirismo e per la
melodia: la mano destra di questo pianista ricama continuamente nuovi temi,
sviluppandoli, come se fossero dei brani destinati a chiudersi… salvo che ad un certo punto queste piccole composizioni
, come in un caleidoscopio, si scompongono riaggregandosi in un nuovo tema. Di
questo susseguirsi di idee sono fatte le belle introduzioni quasi sempre in
piano solo , sempre liriche, fatte di melodie cristalline, ma sovente rese
inusuali da armonizzazioni inconsuete, spesso
costruite su accordi diminuiti, magari discendenti, che creano un’ atmosfera
indefinita. Nulla di stridente o dissonante, anzi il tutto risulta vellutato,
accattivante proprio perché bilanciato tra idee fresche e stilemi jazzistici
ben connotati : il tema si fa sempre più evidente per poi definirsi in quel
Jazz dall’ andamento swingante, magari leggermente slow, quello che fa
istintivamente schioccare le dita sul tempo debole.
Costantemente, tutto si è svolto secondo un armonico bilanciamento di volumi, idee nuove, intrecci tra il pianoforte ed un contrabbasso ricchissimo di note , che hanno quasi sempre proceduto insieme quasi in maniera “corale” , e la batteria di Miller , veramente notevole per il suono sempre intenso nonostante la scelta di suonare volutamente piano. Piano ma non sommessamente, piano ma sempre in maniera propositiva, a tratti assertiva. Senza mostrare i muscoli e con la precisa volontà di creare groove incisivi ma che possano diventare tutt’ uno con il suono complessivo.
Ci vuole un grande affiatamento per essere così armoniosamente equilibrati e allo stesso tempo innovativi , anche suonando un semplice Blues.
Anders Christensen |
RJ Miller |
I soli
di batteria sfruttano gli intervalli di quarta tra i tom, e proseguono l’
intento fortemente melodico del pianoforte. Allungano i riff ritmico melodici
in modo da cullare l’ ascolto per poi sciogliersi di nuovo nel tessuto sonoro
complessivo del trio.
Quando Aaron Parks sceglie il timbro grave del pianoforte, allora l’ andamento diventa sincopato, definito, esplicitamente ritmico. Sempre e comunque questo trio riesce a creare atmosfere che conquistano chi ascolta con una morbidezza che non è mai però scontata o troppo semplice: perché Aaron Parks compone estemporaneamente oltre che improvvisare.
Quando Aaron Parks sceglie il timbro grave del pianoforte, allora l’ andamento diventa sincopato, definito, esplicitamente ritmico. Sempre e comunque questo trio riesce a creare atmosfere che conquistano chi ascolta con una morbidezza che non è mai però scontata o troppo semplice: perché Aaron Parks compone estemporaneamente oltre che improvvisare.
“Come
rain or come shine” è il bis che conclude un concerto bello, intenso, e ricco
di idee: musica coinvolgente, nuova,
intensa, un Aperitivo in Concerto veramente di classe. E' in occasione di concerti come questo che ci si accorge di quanto sia vivo il Jazz. Che viva il Jazz!
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