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martedì 2 luglio 2013

Quattro domande di una vaghezza da incubo a Zeno De Rossi


ZENO DE ROSSI


NATO A VERONA (VENETO)
STRUMENTO: BATTERIA


Cosa significa la musica per te?
E’ una delle parti buone della vita, una compagna di viaggio che mi ha portato in posti di straordinaria bellezza, luoghi che non avrei mai potuto immaginare senza.

Cosa provi suonando la batteria?
La batteria per me è solo un mezzo per esprimermi, per fare musica. Ci sono serate in cui tutto succede nel modo più naturale possibile, in cui sento veramente lo strumento come un estensione del mio corpo e serate invece dove non entro proprio in sintonia con esso. L’esperienza e la tecnica aiutano ad uscire nel miglior modo possibile da queste situazioni ma fortunatamente ancora molte cose rimangono per me straordinariamente misteriose.

Cosa è il Veneto per un veneto?
Difficile rispondere a questa domanda. Sono nato e cresciuto a Verona, un luogo dove non mi sono mai sentito veramente a mio agio. Mi sembra però che negli ultimi anni le cose siano peggiorate parecchio, almeno dal mio punto di vista. Ora, quando non sono in qualche hotel in giro per il mondo, vivo in Emilia e a Verona ci torno ogni tanto per trovare la mia famiglia e gli amici, ma non mi manca per nulla.

Perché hai scelto il Jazz?
E’ stato un processo naturale e lento di assimilazione. Fortunatamente mio padre aveva una buona collezione di musica tra cui parecchio jazz. Miles Davis, John Coltrane, Don Cherry, Art Blakey per citarne alcuni, erano ascolti che ho assimilato per anni inconsapevolmente. E’ entrato nella mia pelle sempre più profondamente, ascolto dopo ascolto e non se ne andrà più.

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