Atina Jazz Winter è arrivata alla quarta edizione, ma non
bisogna farsi ingannare da questo piccolo numero: perchè questo è un Festival che pulsa delle ben 28
edizioni di “Atina Jazz”, kermesse oramai consolidata e che si svolge in estate. Ad Atina dunque, si ascoltano i
concerti, ma mentre si gira per la cittadina – bellissima - , si prende un caffè al bar,
si guarda il panorama, si ascoltano racconti ed aneddoti su jazzisti mitici
che ad qui hanno suonato, e che hanno vissuto questi luoghi intensamente, nei
pur pochi giorni in cui vi hanno soggiornato.
Si respira il Jazz, insomma, c’è la percezione viva della musica che è ancora
nell’ aria e che accoglie la musica che sta per andare in scena.
Questa edizione, svoltasi in luoghi storici e suggestivi quali il Palazzo Ducale ed il Cantinone Visocchi ha visto due concerti al giorno ad ingresso libero, la mostra fotografica sulla 27esima edizione del Festival di Andrea Boccalini, la presentazione del libro di Isabella Pedicini “Ricette Umorali”, degustazioni al prezzo popolare di 7 euro , workshop su comunicazione e spettacolo in collaborazione con l’ Università diCassino e del Lazio Meridionale, visite guidate nella Valcomino, degustazioni del tipico Cabernet di Atina e molto altro, la visita all' importante Museo Archeologico di Atina , in cui vengono svelati storie, segreti e reperti di importanza internazionale su questa parte di territorio italiano densa di storia. Tante le cose da vedere, tante quelle da raccontare: qui noi raccontiamo la musica, soprattutto: ed allora entriamo nel vivo di queste giornate di Jazz.
Presenti in maniera importante in questo festival due etichette discografiche: Cam Jazz e Jandomusic, che hanno presentato gruppi diversi tra loro (naturalmente) , ma tutti connotati da una rilevante presenza di giovani talentuosi musicisti.
Questa edizione, svoltasi in luoghi storici e suggestivi quali il Palazzo Ducale ed il Cantinone Visocchi ha visto due concerti al giorno ad ingresso libero, la mostra fotografica sulla 27esima edizione del Festival di Andrea Boccalini, la presentazione del libro di Isabella Pedicini “Ricette Umorali”, degustazioni al prezzo popolare di 7 euro , workshop su comunicazione e spettacolo in collaborazione con l’ Università diCassino e del Lazio Meridionale, visite guidate nella Valcomino, degustazioni del tipico Cabernet di Atina e molto altro, la visita all' importante Museo Archeologico di Atina , in cui vengono svelati storie, segreti e reperti di importanza internazionale su questa parte di territorio italiano densa di storia. Tante le cose da vedere, tante quelle da raccontare: qui noi raccontiamo la musica, soprattutto: ed allora entriamo nel vivo di queste giornate di Jazz.
Presenti in maniera importante in questo festival due etichette discografiche: Cam Jazz e Jandomusic, che hanno presentato gruppi diversi tra loro (naturalmente) , ma tutti connotati da una rilevante presenza di giovani talentuosi musicisti.
Palazzo Ducale, venerdì 4 gennaio
Ore 19:45
Marco Valeri Quartet
Marco Valeri: batteria
Daniele Tittarelli: sax
Francesco Lento: tromba
Pietro Ciancaglini: contrabbasso
Daniele Tittarelli: sax
Francesco Lento: tromba
Pietro Ciancaglini: contrabbasso
Marco Valeri (Foto Macari) |
A parte questo sbilanciamento in alcune parti del concerto, il quartetto è apparso più che convincente. Quasi tutti brani originali composti da Valeri e Tittarelli, molta musica scritta ed obbligati per il sassofono e la tromba, accattivanti, spesso omoritmici e paralleli che improvvisamente si aprono in ricche improvvisazioni per poi tornare nei binari degli obbligati. Soli di batteria molto variegati e tecnicamente inappuntabili, belle le dinamiche e bello anche l’ avvicendarsi graduale fino allo spessore massimo dei vari elementi.
Pietro Ciancaglini (Foto Crevena) |
Molto suggestiva ed originale la versione riarrangiata di “April in Paris”: imperniata inizialmente su un ostinato di contrabbasso che entra con le toniche degli accordi di riferimento al terzo e quarto tempo della battuta, con un incedere dunque lento e piacevolmente “pesante”, fino a tramutarsi in ballad. Tittarelli molto delicato e poetico ha creato un piacevole contrasto con quel suono così regolare e pressante del contrabbasso (complice anche la batteria) : contrabbasso che si è poi sciolto in un assolo ricchissimo di idee, e che ha tenuto sempre sotto la trama frammenti del tema principale, suggestioni armoniche, e non ultime raffinatezze ritmiche.
Ore 21.30
Alessandro Lanzoni Trio
Alessandro Lanzoni, pianoforte
Matteo Bortone, contrabbasso
Enrico Morello, batteria
Presentati da CAM jazz questi tre giovanissimi musicisti hanno suonato un Jazz di tipo abbastanza tradizionale, ma è in quell’ “abbastanza” che si cela una freschezza stilistica e anche di intenti che fa della musica di questo trio una piacevole novità.
Muovendosi negli spazi dunque del Jazz “canonico” Lanzoni ed i suoi musicisti trovano nuove strade espressive, che trapelano dal gusto per il contrasto tra spessori sonori opposti, graduali arrivi ad uno swing efficacissimo partendo da atmosfere sospese e rarefatte. O anche dalla grande varietà di linguaggi utilizzati: si sente che Lanzoni ha studiato e che padroneggia appunto molti tipi di linguaggi espressivi. Ma non è un riprodurre acritico il suo, perché la creatività sta nel rendere nuovo questo “know how”, rimescolando, creando soluzioni piacevoli e spesso una positiva tensione che è quella che non può nascere da una didascalica riproposizione di temi e soluzioni già ascoltate.
Dunque durante questo concerto ci si è potuti cullare in sonorità dolcemente note ma senza mai annoiarsi. E così dalla swingante ed energica “Anatolia”, si bassa alla ballad piena di feeling “Rumors”, e poi alla rivisitazione di “Crepuscole with Nellie di Monk: molto suggestiva, un piccolo viaggio che ha una sua partenza, un suo procedere swingante, una nuova piccola fermata, un suo finale elegante. E ancora l’ introspettiva “Dark Flavour” (brano che darà il titolo al cd qui presentato in anteprima e che uscirà a febbraio) , meditativa, dolce, ben costruita.
Lanzoni ha un modo fluido di fraseggiare, una bella tecnica ed una notevole eleganza nel suonare. Al contrabbasso Matteo Bortone ha sensibilità, prontezza, ed è versatile e propositivo. Enrico Morello è veramente bravo, molto musicale, persino melodico nei momenti in cui serve, ed è stato fondamentale per costruire l’ atmosfera giusta e dare il clima guisto ai brani. Continuamente questi tre musicisti si sono guardati mentre suonavano: sarà banale dirlo ma questo si chiama “interplay”.
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