Come sapete nel nostro blog non segnaliamo uscite di nuovi cd in forma di comunicati stampa. I cd qui appaiono soltanto una volta ascoltati, ed in forma di recensione. LUNAR però la Floris lo conosce già molto bene, poichè è stata chiamata da Lorenzo Tucci e Luca Mannutza a scriverne le note di copertina. Per far
nascere le note di copertina, come potete immaginare, un lavoro deve piacere moltissimo, comunicare qualcosa, convincere, musicalmente e stilisticamente. In caso contrario le parole... non si trovano. O per lo meno, per Daniela è così.
Poichè è consuetudine che chi scrive le liner notes non recensisca poi il lavoro del quale si è occupato, pubblichiamo qui lo scritto della Floris che è inserito dentro l' album, edito dall' etichetta Schema Records
In coda potete trovare il comunicato stampa ufficiale!
D&D
Capita molto raramente nel Jazz che, come per incanto, trapeli
e si diffonda, luminosa, insistente ed intensa, una certa follia che provoca un
effetto tanto disarmante quanto attraente. Non si ascolta più solo l’improvvisare,
che già di per se è un qualcosa d’inaspettato, per sua stessa natura. Si ascolta piuttosto la completa libertà
espressiva di un viaggio vorticoso attraverso i suoni, in cui l’itinerario è congegnato
proprio da una vena folle che può essere liberata senza alcuna paura solo da chi
ha una totale padronanza tecnica del proprio strumento, per tramutarla in
musica completamente nuova e mirabilmente delirante. Lunar non è altro che il risultato di un
viaggio nella libertà fantastica di Lorenzo Tucci e Luca Mannutza. Serve a qualcosa dire che “Duke’s Nightmare” è
la loro eccentrica, fascinosa rilettura di “Caravan” e che Tucci per quasi sei
minuti è semplicemente prodigioso alla batteria? Che sembra impossibile che non
sia stata utilizzata alcuna sovra incisione? O far notare che Mannutza da
“Lunar intro” a “Lunar” riesce a passare con una tale naturalezza dal suono lirico
del pianoforte a quello elettronico della tastiera e viceversa da lasciare
disorientati? O ancora, serve far notare con quale maestria tecnica, come
strumentisti, riescano entrambi a trasmettere lo stato d’animo concitato ed
angoscioso di un’ “Avaria” in pieno spazio siderale? Serve, sì: perche’ questo
viaggio musicale, che al suo termine lascia stupefatti e quasi ubriachi, è
esaltante proprio per la granitica sicurezza con cui questi due musicisti
possono permettersi svolte inaspettate, improvvise picchiate, pazzeschi
capovolgimenti…pazzie realizzabili solo in virtù di una totale padronanza dei
mezzi espressivi e tecnici su cui viaggiano, sfruttati in tutte le loro
divertenti, oniriche, ondivaghe e sorprendenti possibilità. Senza questa padronanza, ogni tentativo di
avventurarsi nella stupefacente follia che trapela in Lunar sarebbe
incosciente, disarmonico ed in fondo inutile.
E invece la follia nel Jazz è rara, ma utile e profondamente rigenerante… allacciate le cinture, e godetevi sicuri viaggio ed acrobazie, senza chiedervi quale sia la meta. Mannutza e Tucci sanno dove portarvi, sanno come farlo, e vi faranno provare l’esaltante sensazione di essere voi, i folli: credeteci pure.
E invece la follia nel Jazz è rara, ma utile e profondamente rigenerante… allacciate le cinture, e godetevi sicuri viaggio ed acrobazie, senza chiedervi quale sia la meta. Mannutza e Tucci sanno dove portarvi, sanno come farlo, e vi faranno provare l’esaltante sensazione di essere voi, i folli: credeteci pure.
Daniela Floris
Lorenzo Tucci e Luca Mannutza si uniscono per la prima volta dando vita a Lunar, un “concept album” in uscita il 1 ottobre per la Schema Records che pone un significativo punto di svolta nella carriera di due musicisti chiave della scena jazz contemporanea.
Lunar è un’opera matura, sincera, fatta di sensazioni, dedicata all’improvvisazione e al mito lunare. Un disco da ascoltare tutto d’un fiato, seguendo i vari capitoli della struttura narrativa e immergendosi totalmente nella visione del viaggio di andata e ritorno per la Luna.
Vinti dal loro estro e dalla fantasia, come accade per ogni loro lavoro discografico, o forse ispirati dalla fascinazione delle grandi opere di Verne e Méliès nei confronti del mito lunare, Lorenzo Tucci (batteria) e Luca Mannutza (piano, rhodes e hammond) realizzano un album, e un duo, inedito, pieno di sorprese e sfaccettature.
L’esperienza compositiva di Lunar si fonda su un’improvvisazione basata su un determinato mood. Non un disco preparato a tavolino ma un’opera istantanea e ispirata, nella quale i due musicisti hanno realizzato uno “spazio” ampio dove inserire emozioni, sensazioni, successi, amore e sincerità.
Altro punto di forza di questo connubio è lo scambio di ruolo tra pianoforte e batteria, tra strumento percussivo e melodico-armonico. Grazie a questa filosofia e alla piena padronanza del loro strumento, la batteria di Tucci e il pianoforte di Mannutzariescono perfettamente a fondersi fino a generare un suono unico, donando all’ascoltatore un impatto sonoro di notevole spessore emotivo.
Tra l’allunaggio, il ritorno sulla terra e la successiva ripartenza per altri luoghi, Tucci e Mannutza esplorano gran parte dei linguaggi musicali del ‘900. Undici tracce per ogni tappa, partendo dalla perturbante Jungle Space per arrivare a Lunar, brano che Lorenzo ha definito “afrodelik”, incrocio perfetto tra il genere afrocubano e psichedelico. E poi Moon Boots, The Voyager e la risoluzione di Avaria. Nella velocità dell’avvicinamento al pianeta Terra, viene omaggiato il “Duca” Ellington con Duke’s Nightmare, un gioco di illusioni e memoria sul noto tema di Caravan. Il grosso è fatto, consapevoli del ritorno riuscito, Tucci e Mannutza si concedono, e rielaborano Tea For Two. Il disco si chiude con Earth e Inception, finito il viaggio tutto riparte dall’inizio. Come nel blues.
UFFICIO STAMPA
Guido Gaito
329 0704981 – 06 80690539
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