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venerdì 26 ottobre 2012

Quattro domande di una vaghezza da incubo a Paolo Recchia



PAOLO RECCHIA


NATO A: TERRACINA (LAZIO)
STRUMENTO: SAX 


Cosa significa la musica per te?

Per me significa impegno, curiosità, viaggi, crescita umana e musicale, gioioso senso di comunità, incontrare nuove persone, onestà e sincerità umana e musicale; può significare tanto lavoro, poco lavoro o anche nulla ma fa parte del gioco! Ahimè, significa anche senso di impotenza quando la musica si trasforma in un incessante fenomeno da baraccone.


Cosa provi suonando il sassofono? 

Quando suono mi "accorgo di me", potrei sentirmi un Dio o un poveraccio quando passo ore a cercare l'ancia giusta. Di base sento che sto facendo quello che ho sempre sognato di fare e non è poco; suonare mi da un grande senso di appagamento, di soddisfazione generale, di benessere e pace interiore.


Cosa è il Lazio per un laziale?

Non mi sento legato ai luoghi ma alle persone quindi per me il Lazio è il luogo dove tornerò volentieri per il coniglio alla cacciatora quando, come credo, vivrò altrove.


Perché hai scelto il Jazz?

Era quello che al conservatorio dicevano di non ascoltare. Io non solo l'ascoltavo ma mi emozionavo. Suonavo classico e pensavo jazz. Quindi, quando ho iniziato a suonare come pensavo, ho scelto il jazz!

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