Jazz Flirt Festival, Formia
VIII edizione
VIII edizione
Formia, 13 ottobre, Teatro Remigio Paone
GUANO PADANO
ALESSANDRO "ASSO" STEFANA steel guitar, banjo, raagini, clap
hands, acoustic guitar, soprano guitar, pedal steel guitar,
electric guitar, omnichord, stylophone.
hands, acoustic guitar, soprano guitar, pedal steel guitar,
electric guitar, omnichord, stylophone.
DANILO GALLO bass, vibes, clap hands, upright piano, caravelledelux organ, vox super continental organ.
ZENO DE ROSSI drums, slit drum, tambourine, clap hands, vocal, trap set, bull buster, glockenspiel.
Articolo di Daniela Floris
Foto del concerto: Riccardo Crimi (che ringraziamo)
Foto di repertorio: Daniela Crevena
All' anteprima di Luglio (che avevamo documentato in questo articolo qui su JazzDaniels) è conseguita (cosa non certo scontata in questi tempi di crisi) una seconda data, come era previsto. Non senza fatica, salti mortali, doppi carpiati, come ci diceva l' anima dell' Associazione JazzFlirt, Gerardo Albanese.
JazzFlirt è un festival coraggioso in tutti i sensi, anche perchè si connota nella scelta di gruppi che non si possono definire esattamente "jazzistici" ma che dal Jazz sono partiti per andare ad esplorare suoni "non jazzisticamente connotati".
Guano Padano hanno portato sul palco del bellissimo Teatro Remigio Paone musica nuova ispirata nostalgicamente ma non certo didascalicamente alle musiche da film cosiddetti "spaghetti western" (ci riferiamo a Morricone e ai film di Sergio Leone, naturalmente). Non didascalicamente perchè Stefana, Gallo e Derossi non si fermano certo qui. Di contro ad una uniformità di base, un "campo d' azione sonoro" che è l' humus di tutto il concerto, le suggestioni, metabolizzate, rielaborate e restituite in forma di musica nuova sono molteplici.
Foto del concerto: Riccardo Crimi (che ringraziamo)
Foto di repertorio: Daniela Crevena
All' anteprima di Luglio (che avevamo documentato in questo articolo qui su JazzDaniels) è conseguita (cosa non certo scontata in questi tempi di crisi) una seconda data, come era previsto. Non senza fatica, salti mortali, doppi carpiati, come ci diceva l' anima dell' Associazione JazzFlirt, Gerardo Albanese.
JazzFlirt è un festival coraggioso in tutti i sensi, anche perchè si connota nella scelta di gruppi che non si possono definire esattamente "jazzistici" ma che dal Jazz sono partiti per andare ad esplorare suoni "non jazzisticamente connotati".
Guano Padano hanno portato sul palco del bellissimo Teatro Remigio Paone musica nuova ispirata nostalgicamente ma non certo didascalicamente alle musiche da film cosiddetti "spaghetti western" (ci riferiamo a Morricone e ai film di Sergio Leone, naturalmente). Non didascalicamente perchè Stefana, Gallo e Derossi non si fermano certo qui. Di contro ad una uniformità di base, un "campo d' azione sonoro" che è l' humus di tutto il concerto, le suggestioni, metabolizzate, rielaborate e restituite in forma di musica nuova sono molteplici.
Un momento del concerto (foto Crimi) |
Alessandro "Asso" Stefana (Foto Crimi) |
Rock, musica psichedelica, musica folk, musica country, attimi fuggenti ma consistenti di swing, musica, in due parole molta musica che per Guano Padano è stata, ed è significativa. Non è un semplice (di certo affettuoso) omaggio, ma è un ripercorrere ricordi ed anche un sognare con i suoni mondi o situazioni ancora non avvenuti.
Una volta che per giusto ed imprescindibile dovere di cronaca vi si è fornita questa (quasi impossibile) descrizione di "sonorità di riferimento" a cui Gallo, Stefana e De Rossi si ispirano, dimenticatevi se possibile di questo perchè vi basti sapere che Guano Padano suonano musica immaginifica. Ovvero, tutto parte dalla loro immaginazione, naturalmente ma una volta che parte la musica il potere è quello di portare chi ascolta ad immaginare liberamente a sua volta, secondo il proprio personale substrato di avvenimenti, musiche ascoltate, ricordi. La qual cosa non è da tutti. Come venga ottenuto questo in fondo non è dato sapere. Da qui si può descrivere ciò che è accaduto (senza la presunzione di essere esaurienti). Distorsioni elettroniche contrastanti con il fischio "western" di Zeno De Rossi; il basso di Gallo che in più di una occasione è quello che è più agganciato ai mondi sonori di riferimento e che li tiene fortemente presenti, permettendo alle chitarre di Stefana di osare con i fraseggi e con la ricerca strenua di suoni inaspettati; un attimo dopo lo scambio di ruolo proprio tra chitarra e basso, che è sorgente a sua volta di sonorità audaci; il contrasto tra volumi sommessi e volumi quasi al limite del sopportabile (limite che tuttavia non viene mai superato); batteria foriera non solo di battiti ma anche di "rumori" molto musicali; inserti di voci registrati; momenti trasognati e quasi surreali ottenuti con l' interagire serrato tra chitarra e batteria, ma anche episodi futuristici ed ipnotici in cui gli effetti elettronici hanno la meglio.
Una volta che per giusto ed imprescindibile dovere di cronaca vi si è fornita questa (quasi impossibile) descrizione di "sonorità di riferimento" a cui Gallo, Stefana e De Rossi si ispirano, dimenticatevi se possibile di questo perchè vi basti sapere che Guano Padano suonano musica immaginifica. Ovvero, tutto parte dalla loro immaginazione, naturalmente ma una volta che parte la musica il potere è quello di portare chi ascolta ad immaginare liberamente a sua volta, secondo il proprio personale substrato di avvenimenti, musiche ascoltate, ricordi. La qual cosa non è da tutti. Come venga ottenuto questo in fondo non è dato sapere. Da qui si può descrivere ciò che è accaduto (senza la presunzione di essere esaurienti). Distorsioni elettroniche contrastanti con il fischio "western" di Zeno De Rossi; il basso di Gallo che in più di una occasione è quello che è più agganciato ai mondi sonori di riferimento e che li tiene fortemente presenti, permettendo alle chitarre di Stefana di osare con i fraseggi e con la ricerca strenua di suoni inaspettati; un attimo dopo lo scambio di ruolo proprio tra chitarra e basso, che è sorgente a sua volta di sonorità audaci; il contrasto tra volumi sommessi e volumi quasi al limite del sopportabile (limite che tuttavia non viene mai superato); batteria foriera non solo di battiti ma anche di "rumori" molto musicali; inserti di voci registrati; momenti trasognati e quasi surreali ottenuti con l' interagire serrato tra chitarra e batteria, ma anche episodi futuristici ed ipnotici in cui gli effetti elettronici hanno la meglio.
Zeno De Rossi (Foto Crevena) |
Zeno De Rossi (foto Crevena) |
Danilo Gallo (Foto Crevena) |
Danilo Gallo (Foto Crevena) |
E' musica fortemente evocativa che attiva l' immaginazione poichè parte da ricordi ed immaginazione. Cosa evoca? Dipende da chi ascolta. Stati d' animo, colori, sensazioni tattili... quando si connota in maniera più precisa (può essere una scala orientale o blues, o magari una schitarrata country molto evidente, o un ritmo riconoscibile che emerge improvvisamente), allora ripristina reminiscenze musicali note che fanno da punto di riferimento quasi "materiale" da cui ripartire di nuovo.
Scritto questo, sono convinta (proprio per la caratteristica dei Guano Padano) di non aver descritto la verità, ma la mia personalissima interpretazione di un concerto dichiaratamente e realmente inusuale.
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