Il primo concerto del quale vi darò conto oggi è stato quello del Perfect Trio di Roberto Gatto, feat. Francesco Bearzatti. Stasera il Jazz fa una pausa, poichè è previsto il concerto dei Nomadi. Prima che si dia il via al "cerca l' intruso in un festival Jazz" sappiate che stasera qui ad Alba ha coinciso con il Festival il loro concerto finale di beneficenza in collaborazione con l’ associazione Corpo Estraneo Rodello per la tappa finale del “Smile Tour”, progetto benefico dell’associazione “COLORA LA TUA VITA".
Date un' occhiata qui:
COLORALATUAVITA
E capirete perchè il progetto non si è fermato!
Domani sera arriverà ad Alba il Trio europeo di Claudio Filippini, con Palle Danielsson al contrabbasso e Olavi Louhivuori alla batteria, che presenteranno il nuovo album edito da CAM JAZZ "Breathing in Unison". Lo documenteremo con le foto di Daniela Crevena: la Floris riparte, ma voi che ci seguite sapete bene quanto sia bello guardare la musica, quando le foto sono belle.
La serata finale, in cui si esibirà il quintetto di Giovanni Tommaso APOGEO, con Giovanni Tommaso al contrabbasso, Claudio Filippini al pianoforte, Daniele Scannapieco al sax, Alberto Parmegiani alla chitarra ed Alessandro Paternesi alla batteria la documenteremo con le foto del nostro amico Franco Truscello, che ha scattato le foto anche di ieri sera, al concerto di Roberto Gatto Perfect Trio, con Francesco Bearzatti al sax.
Pronti? Via!
Piazza Savona, giovedì 5 giugno, ore 21
Roberto Gatto Perfect Trio feat. Francesco Bearzatti
Roberto Gatto: drums
Alfonso Santimone: piano e Fender Rodhes
Pierpaolo Ranieri: basso
Francesco Bearzatti: sax e clarinetto
C'è molta elettronica nel Perfect Trio pensato da Roberto Gatto. Intro fatte di rumori, suoni distorti, timbri mescolati tra loro, dissonanze. C'è molto Jazz acustico, anche, nel Perfect Trio. La somma di queste due componenti è musica non certo facile, ma certamente molto "diretta", ed arriva in maniera emozionale a chi l' ascolta, proprio perchè il mix sonoro è sapientemente ed armonicamente intrecciato.
A partire dalla batteria dello stesso Gatto, che bilancia silenzi e battiti misurandosi costantemente con ciò che gli accade intorno: assertivo nel battere i soli quarti quando serve, elegante nell' uso anche minimale dei piatti quando si tratta di esaltare il suono del sax o del pianoforte, esplosivo quando gli occorra uno spessore sonoro importante emotivamente o un forte apporto acustico per bilanciare le ondate elettroniche provenienti da piano e basso.Le soluzioni del suo drumming sono propositive e piene di inventiva ma sanno anche essere molto bilanciate su ciò che accade negli ampi episodi di musica improvvisata.
Alfonso Santimone ha in mano le due facce di questo trio. Si alterna tra Fender Rhodes e pianoforte esprimendo in maniera efficace e tutta la dualità di mondi sonori apparentemente contrastanti. Ha un pianismo originale, continue idee per rendere interessante l' andamento sonoro del brano, magari apponendo accordi dissonanti appena accennati che "disturbano" elegantemente il tema rassicurante di uno standard, o creando ostinati talmente vitali da diventare non solamente circolari ed ipnotici ma anche, al contrario, irresistibili trampolini di lancio per l' improvvisazione degli altri musicisti. Mostra creatività infinita forte però di una solida conoscenza della materia Jazzistica, che gli permette un "superamento" pieno di personalità.
Pierpaolo Ranieri procede sicuro con linee di basso strutturanti, andando dal più classico dei Walkin' Bass al solo più inusuale e iperbolico che si possa immaginare. Senza il suo suono nulla sarebbe lo stesso. Senza quel timbro cangiante ma tutt' altro che aleatorio ci sarebbe un insostenibile vuoto poichè il suo apporto è fondante ed indispensabile... E questo lo si può dire di ognuno dei componenti del trio: sono assolutamente complementari l' uno all' altro.
Su questa rodatissima complementarietà si è inserito ieri, per la prima volta in assoluto Francesco Bearzatti, che di personalità, lo sappiamo, ne ha da vendere. Chi ha personalità non ha il complesso di dimostrare la sua forza e la sua bravura: ma utilizza queste sue caratteristiche per fare musica insieme. E così il trio diventa un quartetto, e tutto questo accade come se il progetto fosse nato come tale. Fraseggi, dinamiche, scelte tematiche, momenti atonali e momenti lirici presentati con tutto il carattere inconfondibile di un musicista che mette in campo la sua creatività, facendola diventare essa stessa spunto creativo per gli altri.
E così, tirando le fila di queste mie considerazioni sparse, abbiamo ascoltato un concerto accattivante, impeccabile, difficile ma coinvolgente, in cui anche brani stranoti come "Caravan" o "Aquarelo do Brasil" (presentato da Gatto ironicamente come "il brano dei trenini alle feste di capodanno") sono apparsi in tutta la loro rinnovata freschezza. Che è la freschezza potenziale insita nel Jazz, fino a che esisteranno musicisti che ne ridisegneranno i tratti con questo estro e questa inventiva.
La serata finale, in cui si esibirà il quintetto di Giovanni Tommaso APOGEO, con Giovanni Tommaso al contrabbasso, Claudio Filippini al pianoforte, Daniele Scannapieco al sax, Alberto Parmegiani alla chitarra ed Alessandro Paternesi alla batteria la documenteremo con le foto del nostro amico Franco Truscello, che ha scattato le foto anche di ieri sera, al concerto di Roberto Gatto Perfect Trio, con Francesco Bearzatti al sax.
Pronti? Via!
Piazza Savona, giovedì 5 giugno, ore 21
Roberto Gatto Perfect Trio feat. Francesco Bearzatti
Roberto Gatto: drums
Pierpaolo Ranieri: basso
Francesco Bearzatti: sax e clarinetto
Roberto Gatto (foto Franco Truscello) |
C'è molta elettronica nel Perfect Trio pensato da Roberto Gatto. Intro fatte di rumori, suoni distorti, timbri mescolati tra loro, dissonanze. C'è molto Jazz acustico, anche, nel Perfect Trio. La somma di queste due componenti è musica non certo facile, ma certamente molto "diretta", ed arriva in maniera emozionale a chi l' ascolta, proprio perchè il mix sonoro è sapientemente ed armonicamente intrecciato.
A partire dalla batteria dello stesso Gatto, che bilancia silenzi e battiti misurandosi costantemente con ciò che gli accade intorno: assertivo nel battere i soli quarti quando serve, elegante nell' uso anche minimale dei piatti quando si tratta di esaltare il suono del sax o del pianoforte, esplosivo quando gli occorra uno spessore sonoro importante emotivamente o un forte apporto acustico per bilanciare le ondate elettroniche provenienti da piano e basso.Le soluzioni del suo drumming sono propositive e piene di inventiva ma sanno anche essere molto bilanciate su ciò che accade negli ampi episodi di musica improvvisata.
Alfonso Santimone ha in mano le due facce di questo trio. Si alterna tra Fender Rhodes e pianoforte esprimendo in maniera efficace e tutta la dualità di mondi sonori apparentemente contrastanti. Ha un pianismo originale, continue idee per rendere interessante l' andamento sonoro del brano, magari apponendo accordi dissonanti appena accennati che "disturbano" elegantemente il tema rassicurante di uno standard, o creando ostinati talmente vitali da diventare non solamente circolari ed ipnotici ma anche, al contrario, irresistibili trampolini di lancio per l' improvvisazione degli altri musicisti. Mostra creatività infinita forte però di una solida conoscenza della materia Jazzistica, che gli permette un "superamento" pieno di personalità.
Alfonso Santimone, foto Franco Truscello |
Pierpaolo Ranieri procede sicuro con linee di basso strutturanti, andando dal più classico dei Walkin' Bass al solo più inusuale e iperbolico che si possa immaginare. Senza il suo suono nulla sarebbe lo stesso. Senza quel timbro cangiante ma tutt' altro che aleatorio ci sarebbe un insostenibile vuoto poichè il suo apporto è fondante ed indispensabile... E questo lo si può dire di ognuno dei componenti del trio: sono assolutamente complementari l' uno all' altro.
Pierpaolo Ranieri e Francesco Bearzatti, foto di Franco Truscello |
FFrancesco Bearzatti, foto di Franco Truscello |
E così, tirando le fila di queste mie considerazioni sparse, abbiamo ascoltato un concerto accattivante, impeccabile, difficile ma coinvolgente, in cui anche brani stranoti come "Caravan" o "Aquarelo do Brasil" (presentato da Gatto ironicamente come "il brano dei trenini alle feste di capodanno") sono apparsi in tutta la loro rinnovata freschezza. Che è la freschezza potenziale insita nel Jazz, fino a che esisteranno musicisti che ne ridisegneranno i tratti con questo estro e questa inventiva.
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