La seconda serata qui a Piossasco gode di una
temperatura mite e di una serata limpida.
Il primo set di Note d’ Autore è affidato al trio di Emanuele Cisi ai
sax, Furio di Castri al contrabbasso, Manu Roche alla batteria: affiatati, energici ma anche garbati, un garbo che si
traduce in quel Jazz del particolare, della cura delle dinamiche, delle sottigliezze,
il che non toglie spazio alla forza propulsiva dello swing, alle intensità
vellutata dei brani più lenti, alla freschezza improvvisativa dei soli.
Perché in un Trio “pianoless” tutte queste caratteristiche siano bene evidenti
bisogna essere bravi, e Cisi, Di Castri e Roche indiscutibilmente lo sono.
Si parte con “Welcome”, di John Coltrane, per salutare
Mulgrew Miller, grande pianista scomparso inaspettatamente la scorsa settimana.
Un inizio dolce, intenso. Come si ottiene una atmosfera così struggente? Non
c’è bisogno di “retorici” artifizi. Furio Di Castri tiene ferma una nota
“bordone”, Manu Roche con la batteria destruttura con battiti leggeri invece di
regolamentare il flusso ritmico, creando un clima sospeso, ed Emanuele Cisi
placidamente canta il tema, senza fronzoli e giocando piuttosto sul timbro del
suo sax tenore. Un gioco di ruoli che continua per tutto il concerto.
Tensione positiva che non arriva mai a deflagrazioni
di volume che sarebbero controproducenti
proprio perché non c’è il pianoforte: il contrabbasso è essenziale per fornire
i riferimenti armonici, non lo si può fagocitare con suoni e battiti esagerati.
Il risultato piacevole, bello, fatto di dialoghi efficaci tra sax e
contrabbasso, di una grande coesione tra contrabbasso e batteria, che inventano
di continuo groove accattivanti. E’ il Jazz che è un piacere ascoltare.
Cambio totale di registro per il secondo set: Rita
Marcotulli, Javier Girotto e Luciano Biondini portano qui a Piossasco un Jazz
più mediterraneo ma anche sudamericano, una corrente sonora molto melodica,
fatta anche di tempi dispari, un Jazz particolarmente ricco di reminiscenze stiistiche
che riconducono alla musica tradizionale che però non viene mai sterilmente
citata, ma reinterpretata e rigenerata da un Trio che gode di una fervida
fantasia improvvisativa (oltre che di una bella vena compositiva).
Il pianoforte, i sax e la fisarmonica affrescano una
musica particolarmente evocativa, trascinante, intrecciandosi in scambi densi
di pathos: tra il pianoforte della Marcotulli, torrenziale e cristallino e la
fisarmonica di Biondini (che creano soluzioni armoniche anche a botta e
risposta creando contrasti timbrici spesso inaspettati); tra i sax di Girotto
che cullano melodie e riff ritmici sulla sicura base armonica definita da
pianoforte e fisarmonica .
Un viaggio per terre a noi anche lontane ma mai
percepite come estranee, per la semplicità (solo apparente) di una musica che
riesce a colpire la parte più intensamente emotiva di chi la ascolta. Se a questo aggiungete il cielo stellato qui
a Piossasco, capirete quanto è stata suggestiva la nottata in mezzo a queste
note.