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venerdì 30 settembre 2011

Abbiamo ascoltato per voi: "Nemo Project"




Nemo Project

NoiseLab  NL002



“Nemo Project” e’ la rilettura in chiave musicale del viaggio del capitano Nemo e delle 20000 leghe sotto i mari. A tal fine Michelangelo Brandimarte , Claudia Pantalone e Claudio Bollini (i “Nemo Project”, appunto) presentano, in maniera persino fin troppo logica, suggestioni sonore variegate che riproducono il vagare verso incontri più o meno inaspettati in un mondo che comunque e’ gia’ di per se in un elemento “altro” da quello terrestre.  Un percorso stralunato,  strategicamente e volontariamente insolito  ottenuto mescolando suoni acustici ed elettronici, ma anche mondi sonori diversi: atmosfere mediterranee / mediorientali (non lontane da noi eppure esotiche, vedi “L and R”),  balcanico zingaresche – con l’ apporto della chitarra manouche di Alessandro Nosenzo, spennellate di jazz (nel quale e’ decisivo e come sempre prezioso l’ apporto di Claudio Filippini al piano, in questo cd anche al rhodes e al moog), un po’ di latino america (“Nemo’s Life” ), molta elettronica ed effetti – rispecchianti presumibilmente il “non noto” , l’ inaspettato, e che si identificano quindi con lo stupore derivante dall’ approdo in luoghi nuovi e non ancora catalogabili.  La voce precisa ed inalterabile di Claudia Pantalone ha la funzione narrante di questo continuo esplorare sottomarino, ed e’ strenuamente presente per tutto il progetto, anche come vero e proprio strumento,  al pari del basso di Brandimarte e della batteria di Claudio Bollini .  Quando la voce non narra con parole interagisce comunque con tutti, anche doppiando le parti di uno o dell’ altro.  Soprattutto nei momenti propriamente strumentali si evidenziano le doti dei musicisti impegnati nel progetto : valida la tromba di Giorgio Distante in “Man in a Ring” ma anche in “Arabian Tunnel” , il basso di Brandimarte, autore di tutti i brani, creativo e granitico per tutta la durata del viaggio sottomarino, il piano di Filippini in “Arabian Tunnel” , ma anche il cajon di Israel Varela in “Gipsy Island” e la chitarra versatile di Nosenzo. 

Daniela Floris

giovedì 29 settembre 2011

Musica per immagini. Acoustic Franciacorta 2011



 Acoustic Franciacorta -Provaglio D'iseo,Palazzo Francesconi
 Il paradiso dei chitarristi!


 10/09/2011. 
Acoustic Franciacorta quest'anno è arrivato all'ottava edizione.
Potrebbe essere definito il paradiso dei chitarristi. E sapete perche'? Perche' a 
Palazzo Francesconi viene allestita una galleria in cui i liutai espongono i loro gioielli: chitarre, e non solo, create artigianalmente dalle loro sapienti mani. Ogni strumento un pezzo unico, di rara bellezza.
Si chiacchiera con i liutai che raccontano le loro vacanze in giro per il mondo alla ricerca dei legni che "suonino bene" per tornare con un bottino da trasformare in strumento che qualche amico musicista amerà alla follia.
Maurizio Brunod  e' uno di loro e spiega appassionatamente come e perche' il "pezzettino di ebano" smussato dove poggia il suo braccio destro faccia la differenza.
Mirko Borghino, liutaio, spiega come l'amore per la chitarra e la consapevolezza di non avere eccelse doti da musicista lo abbiano spinto a scoprire che quell' amore era ben riposto.  E che la sua arte non era la musica ma era quella di costruire lo strumento, era quella di creare la sorgente di quei suoni  E dalla bellezza di questi oggetti e del loro suono, quella di Mirko Borghino era di certo la strada giusta.  
Dopo i racconti,arriva la musica. Simone Guiducci e Maurizio Brunod si esibiscono proprio con le chitarre di Borghino e di Aldo Illotta. L'unico rammarico è che l'ora a disposizione del duo vola via troppo in fretta... la musica, che vive dello scorrere regolare dei battiti del tempo sembra sempre soffrire di poco tempo.  E' una contraddizione affascinante alla quale non si trova mai una soluzione! 


D&D

Simone Guiducci e Maurizio Brunod visti da Daniela Crevena



Claudio Filippini presenta "The Enchanted Garden" a Palazzo Braschi, Roma!

Lo abbiamo ascoltato in anteprima questo cd.  La presentazione ufficiale sabato 1 ottobre a Palazzo Braschi.  Qui di seguito pubblichiamo il comunicato stampa


CLAUDIO FILIPPINI TRIO IN CONCERTO
Presenta in anteprima
“The Enchanted Garden”

Claudio Filippini: piano, keyboards
Luca Bulgarelli: bass
Marcello Di Leonardo: drums

Palazzo Braschi – sabato 1 ottobre
All’interno della rassegna Braschi In Jazz

Museo di Roma - Palazzo Braschi, cortile
(in caso di pioggia, androne al coperto)
Piazza Navona 2
ore 21.00 concerto – ore 22.00 visita guidata

Sbigliettamento dalle ore 20.00 fino ad esaurimento posti
Biglietto integrato concerto e visita guidata al Museo di Roma: € 10; solo concerto: € 8.
Info: 060608
Evento a cura di “è arrivatoGodot”.

Claudio’s improvisations reveal to us a language of beauty, generating music of such density and intensity… Bravo!
(Enrico Pierannunzi)

  

The Enchanted Garden conferma il talento di Filippini che in molti avevano già notato da tempo; prima fra tutti, la CamJazz, che ha puntato sul giovane pianista pescarese licenziando questo lavoro a settembre 2011.

Claudio Filippini, classe 1982 e già diversi dischi alle spalle, custodiva nel cassetto il desiderio di realizzare questo progetto con il trio di sempre. Un sodalizio, nato sette anni fa in un jazz club durante un concerto improvvisato, che porta la firma anche del contrabbassista Luca Bulgarelli e del batterista Marcello Di Leonardo.

In questo disco si respira tutta la libertà creativa di Filippini, quella libertà non vincolata da compromessi dettati dal mercato, ma che dimostra quella volontà ineluttabile di manifestare il proprio sentire e la propria musica.

Tutto questo Filippini lo fa aprendo i confini della sua arte, mostrandoci il suo “giardino incantato”.
La meraviglia di un ascolto, un linguaggio moderno e personale al midollo; The Enchanted Garden, questo il titolo del disco, è un piccolo gioiello.

Intrigante negli sconfinamenti dal sapore rock, ammaliante nelle ballad e nei mid tempo, Filippini, a dispetto dell’età, è un musicista maturo, intelligente e capace. Un artista che sa dare, attraverso la scrittura, una profondità unica a una tecnica pianistica solida e sopraffina. Un linguaggio jazzistico che farà parlare molto di sé, ben oltre i confini nazionali.



Ufficio Stampa Claudio Filippini
Guido Gaito
3290704981 – 0643416552

Ufficio Stampa Cam Jazz
Maurizio Quattrini
338.8485333

Ufficio Stampa “Braschi in Jazz”
Claudia Pecoraro
327 4541254

 

domenica 25 settembre 2011

Ron Carter ad Alba Jazz Winter: 11 novembre 2011. JazzDaniels ci saranno!


JazzDaniels ci saranno, perchè l' avvenimento è importante. Ad Alba, al Teatro Sociale, il giorno 11 novembre nell' ambito di “Alba Jazz Winter”salirà sul palco Ron Carter, con il suo Golden Striker Trio, e cioè RON CARTER Contrabbasso, MULGREW MILLER piano, KEVIN EUBANKS chitarra.
Vi daremo notizie via via qui nel nostro blog.  Segnatevi questa data! Ron Carter è il Jazz.  

Guardatelo nelle foto di Daniela Crevena, intanto.





venerdì 23 settembre 2011

Janula Jazz Festival: Daniela Floris su "A proposito di Jazz" di Gerlando Gatto

Ecco il resoconto su Janula Jazz Festival prima edizione a Cassino, di Daniela Floris sul sito "A proposito di Jazz" di Gerlando Gatto, del quale avevamo pubblicato il comunicato stampa.  W i giovani!


Andrebbero sempre incoraggiati i piccoli festival del Jazz, specie se in piccole cittadine, specie se organizzati da giovani appassionati.  Si respira un’aria vivace..... cliccate qui

Musica per immagini. Trombone Shorty a UJ (e piccole parole di Daniela Floris)

Le foto di Daniela Crevena che spiegano e descrivono Trombone Shorty.  Trombonista virtuoso, vitaminico ed atletico, rythm and blues finalizzato al puro spettacolo, note lunghe tenute fino alla simulazione dello svenimento, con lenta caduta ad arte anche per addominali di acciaio, ottima musica non certo finalizzata all' espressivita' ma al divertimento: tutto ad altissimo livello, tecnico e musicale in senso stretto.  Divertente, allegro, contagioso, super ammiccante e di sicuro eccellente strumentista, non certamente incline alla raffinatezza dei particolari, ma perche' la sua scelta e' quella dell' impatto spettacolare.  Ben venga dunque Trombone Shorty, senz' altro vi consigliamo almeno una volta di andarlo ad ascoltare (e vedere e guardare) dal vivo.  Vale la pena! Le foto sono state scattate questo luglio ad Umbria Jazz, dove eravamo per conto di Jazzitalia:  la gente ha ballato e cantato e noi ci siamo divertite, ma tanto!
Guardate, perche' le immagini parlano.  









martedì 20 settembre 2011

Abbiamo ascoltato per voi (in anteprima!) "The Enchanted Garden" - Claudio Filippini Trio

With Luca Bulgarelli & Marcello Di Leonardo

The Enchanted Garden

CamJazz    CAMJ 7839-2

La copertina di “The Enchanted Garden” è di Andrea Boccalini.

La foto che ritrae Filippini e’ di Daniela Crevena




Per chi scrive di musica è giusto e doveroso motivare con qualche spiegazione tecnica perche’ un cd piace o non piace.  Dunque dopo aver ascoltato “The Enchanted Garden” come prima cosa devo evadere questo mio fondamentale ruolo, per poi parlare (con l’ udito ed il cuore) di un disco veramente notevole.
“The Enchanted Garden” e’ notevole perche’ è forte dello swing e dei fraseggi di il Fiore purpureo, in cui è perfetto l’intreccio del pianoforte di Filippini con la batteria di Di Leonardo, che ci fanno ricordare cosa è il Jazz.  Perche’ You must believe in spring , una delle ballad melodicamente più belle e armonicamente  più difficili e affascinanti, parte inaspettatamente dallo sviluppo improvvisativo e svela il tema solo alla fine, al contrario di quanto non avvenga di solito.  Perche’ Flying Horses, oltre che per i prodigi delle mani di Filippini sulla tastiera è cosi’ intensamente connotato  per l’apporto sempre più creativo e fondamentale di Luca Bulgarelli, uno dei più solidi  e completi contrabbassisti italiani , e non certo soltanto per sapienza tecnica, ma perche’sensibile, recettivo e musicale …. Ed è così fortemente coinvolgente per la batteria inarrestabile e caleidoscopica di Di Leonardo, ricco di idee, rese con fantasia e soprattutto buon gusto; oltre ad essere la prova che Filippini, per fortuna!, ha ascoltato ed ascolta anche il rock.  Così come Feuillet d’ Album op. 45 n’ 1 di Skrjabin è la prova che lo stesso Filippini ama profondamente la musica colta, e si sente che la ama perche’ la fa “suonare” con un tocco che è quello dell’ amoroso ma creativo rispetto.  E ha ascoltato ed ama anche la musica latinoamericana, non certo nel suo stereotipo più sterile (13 Death March).  E ancora, scrive bella musica, avendo una vena compositiva fertilissima e di alto livello.  


Claudio Filippini visto da Daniela Crevena

Ascolto molta musica, in alcuni casi bella, in altri meno, a volte brutta.  Ascolto molto jazz, sperimentale o denso di contaminazioni, o “mainstream” e così via.  Ma ci sono casi in cui mi rendo conto che sto ascoltando Jazz…Jazz, punto e basta.  E mi rendo conto che il Jazz è uno e uno soltanto, e non perche’ sia uniforme e scontatamente uguale a se stesso, ma proprio per il motivo contrario.  Il Jazz quando è quello vero ha un guizzo di stupefacente novità, pulsa, non riproduce; nasce, non clona; dipinge, non fotocopia.  E tutta la materia prima di cui il Jazz è fatto, e cioè swing, improvvisazione, linee melodiche, accordi solo apparentemente semplici, ed incantevoli perche’ sapientemente circondati dal silenzio (ascoltate “Verso Sera” al minuto 2.02, fino a fine brano), pause, accenti, viene mescolata e diventa bella e sensuale, e dura, e morbida, e calda, e volutamente fredda, e calma e allegra, e malinconica e disperata e violenta anche.  Ma fresca e nuova, perche’ quello… e’ il Jazz! E il Jazz e’ anche aver ascoltato e amato musica divenuta propria e vissuta e ricreata da capo. Il Jazz si nutre della provenienza, degli ascolti, degli studi, del background di un artista.  Se un pittore ha a disposizione i colori base dell’ iride, che sono finiti di numero ma danno luogo ad un’ infinita serie di sfumature, il Jazzista ha a disposizione un numero finito di note, e soltanto se e’ Jazzista creerà un’infinita combinazione di suoni e di suggestioni. E’ il saper creare, il saper mescolare che fa la differenza e quando si ascolta un disco come “The Enchanted Garden” si capisce che il Jazz non può esaurirsi, neanche nel caso, a seconda dei cicli “storici”, diventi “di moda” o “di nicchia”, due insopportabili lati della stessa medaglia, che immobilizzano e uccidono la sincerita’ della musica con la stessa efficacia: perche’ i “jazzisti”  di moda o di nicchia si beano del loro status, che per vanita’ tendono a mantenere inalterato, piuttosto che della musica.  Ma fino a che ci saranno in giro dei Jazzisti, senza virgolette, che nonostante mode e nicchie non hanno il fine di stupire, ma quello di suonare, esisterà il Jazz, e lo stupore che ne deriva ne sarà il naturale effetto e non il suo strategico fine. 
Filippini (autore di quasi tutti i brani presenti nel cd), e i suoi compagni di viaggio Di Leonardo e Bulgarelli non si mantengono prudentemente nei canoni “mainstream” per ottenere un facile e largo consenso. E d’ altra parte dimostrano che fare musica Jazz, nuova, fresca eppure emotivamente vibrante non significa rumoreggiare distruggendo armonie e melodie, dando luogo a informi e brutti e fastidiosi suoni che ritengono che “nuovo” o “rivoluzionario” o “fuori dagli schemi” coincida con “inascoltabile”.  Per destrutturare occorre aver prima saputo costruire, ci vuole sapienza per scardinare: prima di tutto bisogna conoscere i cardini.  Spesso il termine “Jazz” e’ usato come copertura per “fare un po’ come ci pare e piace, e chi non capisce vuol dire che e’ out”… ma poi si ascoltano cd come “The Enchanted Garden” e la verità (e le distanze) vengono ristabilite in un batter d’ occhio. 

Ed ora vi lascio, perche’ voglio esplorare ancora questo Giardino Incantato.  

Daniela Floris

martedì 13 settembre 2011

Abbiamo ascoltato per voi: Simona Severini - La Belle Vie



La belle vie

My Favorite Records -  8034135080202


La foto di copertina e' di Isabel Lima



Simona Severini canta canzoni….Canzoni vere e proprie, nate per essere canzoni.  Ecco quello che accade in questo cd, senza orpelli, senza effetti inutilmente sconcertanti.  L’ originalità è proprio nella difficile semplicità del cantare, ossimoro solo apparente, nel plasmare le canzoni sulla propria voce dolce, sulla propria intonazione naturale, e nel condurre chi la ascolta nel mondo quasi dimenticato della musica costruita ad arte per essere squisitamente vocale: non a caso “La Belle Vie” e’ dedicato al grande compositore, e autore di molte indimenticabili “chansons”, Gabriel Faure’. Ascolterete dunque undici canzoni, diverse tra loro, reinterpretate jazzisticamente ma non violentate o anche solo snaturate nel loro essere “canzoni”.  La personalità della Severini e dei suoi musicisti emerge attraverso il fil rouge intimistico dell’amore per queste melodie, scelte tra le più belle nel genere: ben quattro i brani di Faure’, e poi Sacha Distel, e Michel Legrand, ma anche brani originali di Antonio Zambrini, autore di tutti gli arrangiamenti (ascoltate Enfance, su testo di Rimbaud) … 

Simona Severini vista da Daniela Crevena

Simona Severini vista da Daniela Crevena


Un disco non facile, attenzione.  In questo caso la semplicità va intesa come contrario di “artificiosità”:  caratteristica preziosa, non certo sinonimo di esilità espressiva o sonorità monocorde. Anzi: può diventare espressività allo stato puro, se si ha il coraggio di cantare mettendo in gioco semplicemente la propria voce e giocando, certo, su dinamiche, sfumature, ma anche sfruttando come preziosa riserva da cui attingere il proprio timbro vocale, unico e non ripetibile, senza artifizi.  Simona Severini è questo che fa, insieme ai suoi musicisti: Zambrini al pianoforte, Alex Orciari al contrabbasso, Antonio Fusco alla batteria, perfettamente sintonizzati con lei ma anche tra loro nel voler creare questa nitida e cristallina atmosfera jazzistica e tradizionalmente melodica allo stesso tempo.  Da La belle vie, a Au bord de l’eau di Faure’, alla swingante Ce mortel ennui, si cammina attraverso un affascinante percorso sonoro tutt’altro che piatto, ricco non certo per effetti o scossoni ma per la cura dei  particolari, per nostalgiche reminiscenze musicali, e per non rari momenti evocativi.  E’ come navigare in un fiume, senza fretta, ammirando il paesaggio che via via ci si dispiega davanti agli occhi .  Se a questo si aggiungono tre brani (Mai, The summer knows ed Enfance) in cui Gabriele Mirabassi ricama arabeschi preziosi indimenticabili con il suo clarinetto, capirete perche’ valga la pena di ascoltare “La Belle Vie”. 

Daniela Floris

domenica 11 settembre 2011

Marco Panascia visto da Daniela Crevena

Lui è Marco Panascia, e questa foto Daniela Crevena l' ha scattata a Perugia durante Umbria Jazz, in una seduta fotografica improvvisata nel retro del Teatro Pavone.  Sicuramente la maggior parte di voi lo conosceranno: Panascia è un contrabbassista italiano trapiantato oramai da anni a NY dove spopola e suona con musicisti da capogiro.  Qualche nome? Roy Hargrove, Herbie Hancock, Gary Burton, John Ellis, Aaron Goldberg, ma l' elenco è lunghissimo e non si esaurisce certamente qui.  JazzDaniels lo hanno ascoltato suonare in Italia con Dado Moroni: una volta a Torino in uno dei fortunati concerti della rassegna organizzata da Enzo Zirilli, Radio Londra, nel FolkClub di Davide Valfrè, e quest' estate ad Umbria Jazz, sempre con Moroni in trio con Alvin Queen alla batteria.  Un contrabbassista fenomenale, un timbro poderoso, swing alle stelle e insieme ad una fantasia ritmica illimitata,  fraseggi così cantabili da diventare "temi nel tema": ovvero come sfruttare la parte melodica di uno strumento che nel jazz è sostanzialmente ritmico.  Se vi capita, ascoltatelo quando viene in Italia, e cercatevi i suoi filmati su youtube! Vi assicuriamo che ne vale la pena.  

D&D




Siamo state recensite!!

Con parole bellissime. cliccate qui! Mondo Jazz, libero blog.  Grazie Pierrde! Tutto questo ci incoraggia, ancora di più a lavorare.  D&D!

sabato 10 settembre 2011

Come lavorano JazzDaniels?

Daniela Floris abita a Roma e Daniela Crevena a Bergamo.  Eppure riusciamo spesso ad incontrarci e a lavorare insieme: in caso di festival, o di concerti, ci riuniamo e cominciamo quella che per noi è una avventura bellissima.  Abbiamo la passione per il jazz: e, ognuna con i propri strumenti, cerchiamo di raccontarlo.  Ci sono concerti che capiamo subito essere per noi particolari: li viviamo empaticamente nonostante una (la Floris) sia in platea con il suo taccuino a scrivere forsennatamente cosa ascolta e cosa capisce, e l' altra (la Crevena) invece giri per la sala a trovare la chiave di accesso più giusta per rendere con le immagini clima di quel concerto.  A volte tentiamo di comunicare tra di noi, anche se siamo in punti diversi della sala le nostre impressioni.  Cerchiamo con lo sguardo di vedere se anche l' altra in quel preciso momento ha captato qualcosa... e succede, spessissimo che cogliamo emozioni (negative o positive) nello stesso istante!
Lavorare insieme è ciò che preferiamo, proprio per questa strana ma reale intesa che abbiamo percepito fin dal primo istante.
Poi ognuna torna a casa sua, e lavora.  Floris scrive, scrive, cancella, ricuce, cerca le parole giuste per tradurre quei suoni in un racconto.  Crevena sceglie, lavora, riguarda, sistema le sue foto.  Poi, quando si sta per pubblicare, Crevena sceglie le sue foto dopo aver letto l' articolo, cercando le immagini piu' adatte a quelle parole e alle emozioni provate..... ma può accadere anche il contrario.  A quel punto è nato un lavoro JazzDaniels 
Capita anche che ognuna lavori per proprio conto, collaborando con siti o riviste specializzate che richiedano il lavoro di una o dell' altra, o perchè un artista chieda parole o immagini che descrivano il suo lavoro (che però ci deve convincere, se no non riusciamo a creare!).  Oppure si va in giro a seguire musica, Crevena implementa il proprio archivio, e Floris ascolta cd e musica dal vivo, ovviamente.  E magari l' articolo riguardante quel cd viene pubblicato con le foto del prezioso archivio della Crevena.  Nel nostro blog facciamo così! Siamo fortunate: lavorare così è faticoso ma... bello.  Non ci sono altre parole, bello!
Floris il prossimo we seguirà a Cassino Janula Jazz Festival.  Ma stasera Crevena fotograferà musica.  E arivederci al prossimo lavoro insieme! Già cominciamo ad avere un' idea dell' autunno..... A presto


D&D

venerdì 9 settembre 2011

JazzDaniels consigliano il bel jazz: Barbara Raimondi, "Contigo en la distancia"



Se vi piacciono le canzoni argentine, messicane, sudamericane degli anni 40 e 50 , se vi piace la loro aria accecante, nostalgica, pulita e tersa, non potete non godervi questo disco poetico, intenso, dolce e anche dolente...

Cominciava cosi' la mia recensione di un po' di tempo fa nel sito "A proposito di Jazz" per il disco di Barbara Raimondi "Contigo en la distancia": cliccate e leggete, se volete.  Canzoni sudamericane cantate con grazia, con gusto, anche per l' apporto raffinato della batteria di Enzo Zirilli (batterista torinese ora a Londra) e Roberto Taufic alla chitarra.  Un disco bellissimo, cercatelo, magari contattando gli artisti, e poiche' questo trio ogni tanto esegue dal vivo questo progetto andate ad ascoltarli, perche' e' bella musica.  

Enzo Zirilli visto da Daniela Crevena


Certo il mio non puo' valere da giudizio assoluto, ma ascolto con attenzione i cd che mi capitano fra le mani (ed e' per questo che sono lenta a scriverne), e se mi sbilancio vuol dire perlomeno che mi sono piaciuti davvero tanto... e quasi sempre il mio giudizio corrisponde a quello della Crevena. Magari anche con il vostro? Fatecelo sapere!
Daniflo e Danicrev (JazzDaniels)

mercoledì 7 settembre 2011

JazzDaniels segnalano il bel Jazz: Carlo Magni, Notturni

Ci sono cd di cui non si parla abbastanza ma che vi invitiamo ad ascoltare, a cercare e a trovare.  Uno di questi è ad esempio "Notturni", di Carlo Magni (pianoforte) con Yuri Goloubev al contrabbasso,Asaf Sirkis alla batteria, Julian Arguelles al sax.
Daniela Floris lo ha recensito per Gerlando Gatto nel sito "A proposito di jazz", e quell' articolo è stato tra i piu' letti del sito. E' un disco bello, intenso, un bel disco di Jazz
Se cliccate qui di seguito c'è la recensione di Daniela Floris su "A proposito di jazz".  : 


Ci sono troppi musicisti bravi che dovrebbero emergere e che la maggior parte degli appassionati di bella musica e di bel jazz non hanno che poche possibilita’ di ascoltare.  Questo “Notturni” di Carlo Magni 

Lorenzo Tucci Trio: "Tranety" alla Festa del Pd a Pesaro, 9 settembre



Tranety è stato il primo cd recensito qui nel nostro blog ed è un cd che vi abbiamo segnalato con convinzione.  Con altrettanta convinzione dunque vi segnaliamo che il Trio di Lorenzo Tucci sarà alla Festa Nazionale del Pd a Pesaro.  Tucci - Filippini - Bulgarelli


http://www.festademocratica.it/doc/214946/jazz-village-lorenzo-tucci-trio---tranety.htm

Ora siamo su FB!

Abbiamo creato la nostra pagina JazzDaniels su fb... Siamo contente! E vi aspettiamo anche lì, con commenti, link alle nostre recensioni ai nostri pensieri e alle nostre immagini.  Non appena abbiamo aperto la pagina abbiamo avuto già tante adesioni, il che ci fa immensamente piacere e ci sprona a lavorare.  L' anno sta per cominciare...  Eccoci!




https://www.facebook.com/pages/JazzDaniels/162036340546437?notif_t=page_new_likes

lunedì 5 settembre 2011

JANULA JAZZ FESTIVAL 2011: comunicato stampa


Pubblichiamo estratto del comunicato stampa di Janula Jazz Festival 2011.  Daniela Floris seguirà gli eventi ad esso collegati per conto di Gerlando Gatto riferendone nel sito "A proposito di jazz".  A presto!



Jazz e Libertà- Comune di Cassino Assessorato alla Cultura
Regione Lazio Provincia di Frosinone Assessorato alla Cultura – Camera di Commercio Frosinone

 
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JANULA JAZZ FESTIVAL 2011

PRIMA Edizione

CASSINO (FR), CORSO DELLA REPUBBLICA

17-18 SETTEMbre 2011

 
Presentazione
 
L’ASSOCIAZIONE “Jazz e Libertà” prende vita a Cassino all’interno dello storico Bar Italia, dall’incontro di Roberto Reale e Francesco Mascio a cui è seguito quello con Daniele Camerlengo, critico musicale, e Antonio Violo, quattro grandi amici appassionati di musica jazz, i quali hanno come obiettivo principale la promozione e la diffusione della cultura musicale in generale ed, in particolare, di quella originale improvvisata di stampo jazzistico, con l’esplicito intento di avvicinare stili e contaminazioni all’interno di un linguaggio artistico sincretico, tanto da riuscire a trasformare il Bar Italia in un vero e proprio “jazz club”. Dalla sua nascita ad oggi, il jazz club ha mirato anche a contribuire alla formazione del pubblico, soprattutto giovanile, attraverso diversi canali espressivi: oltre ai concerti anche seminari, ascolti guidati, rassegne cinematografiche, mostre fotografiche, ecc. 
Janula Jazz Festival rappresenta sia un punto di arrivo che un punto di partenza per un cammino che, ci si augura, possa avere, e avrà, una lunga strada. È stata nostra volontà intenzionale imprimere una dimensione comunicativa che permetta alla musica, all’artigianato ed alle arti figurative di incontrarsi e di dialogare liberamente. 


 PRogramma 
 
SABATO 17 SETTEMBRE 
Laboratori Interattivi Musica, Artigianato ed Arti Figurative ore 17:00 – 19:00
Kukalounge djset ore 20:00 – 21:00 (Gianluca Terenzi)
Presentazione Libro ore 21:00
JJNIGHT Marco Zurzolo 5tet (Concerto principale) ore 21:30
JJNIGHT SESSION ore 24:00  

 

Marco Zurzolo 5tet 
Marco Zurzolo (sax), Alessandro Tedesco (trombone), Davide Costagliola (basso elettrico), Vincenzo Danise (piano), Gianluca Brugnano (batteria) 
Marco Zurzolo, poliedrico sassofonista e compositore. Nel corso della sua carriera ha maturato esperienze in differenti generi musicali collaborando con i più noti artisti italiani e stranieri quali: Archie Shepp, Chet Baker, Solomon Burkes, Roscoe Mitchell, Van Morrison, Billy Preston, Brian Ferry, Renaud-Garçia Fons, Kocani Orkestar, Rita Marley Don Moye and Art Ensemble of Chicago, Mike Minieri, Enrico Pierannunzi, Marc Johnson. Nel giugno del ’99 viene invitato a rappresentare Napoli alla Festa della Musica in Francia. Da segnalare i suoi lavori discografici “Ex Voto”, presentato al Festival “Umbria Jazz” ed al “Festival Internazionale di Jazz di Montréal” nel 2001,  “Napoli ventre del sud” presentato alla edizione 2001 del Festival Umbria Jazz, e “7 e mezzo”, un lavoro musicale innovativo e di sensibilità partenopea. Con lui suonerà una band composta da Alessandro Tedesco trombone, Vincenzo Danise piano, Davide Costagliola basso elettrico ed acustico e Gianluca Brugnano alla batteria, talenti nei quali si denota una sapiente cultura del linguaggio Jazz ed una forte cromaticità espressiva.

 


DOMENICA 18 SETTEMBRE 
Laboratori Interattivi Musica, Artigianato ed Arti Figurative ore 17:00 – 19:00
Kukalounge djset ore 20:00 – 21:00 (Gianluca Terenzi)
Presentazione Libro ore 21:00
JJNIGHT Oro - Logic 4tet feat. Fabrizio Bosso (Concerto principale) ore 21:30
JJNIGHT SESSION ore 24:00

 

Oro-Logic 4tet feat. Fabrizio Bosso
Francesco Desiato (flauti), Francesco Mascio (chitarra), Daniele Sorrentino (basso elettrico e contrabbasso), Luigi Del Prete (batteria) 
La genìa del quartetto risale all’estate del 2009, grazie all’incontro dei musicisti Francesco Desiato e  Francesco Mascio, i quali da quel momento sentono da subito forte la necessità di creare una “lega sonante” tra i loro strumenti così complementari nella loro diversità (flauto-chitarra). Il 4et è nato con l’intento di dare una impronta timbrica che in parte rievocasse i grandi maestri della tradizione jazzistica del passato con un’ampia prospettiva musicale priva di discriminazioni stilistiche, dando così un’ulteriore slancio all’ idea iniziale di freschezza e innovazione che trova le sue fondamenta nei folgoranti giochi ritmici, caratterizzati da un volersi divertire a prendersi gioco del tempo (ORO-LOGIC). Ospite d’eccezione della serata il trombettista Fabrizio Bosso. La sua spiccata personalità artistica non tardò ad emergere anche grazie alle  innumerevoli partecipazioni ai festival più ambiti con molti degli artisti che hanno fatto la storia del jazz nella seconda metà del Novecento. Nel 1999 viene votato come "Miglior Nuovo Talento" jazz italiano. A Settembre 2002 gli viene assegnato il prestigioso premio europeo “Django D’Or”. Fabrizio Bosso viene considerato in assoluto uno dei migliori trombettisti italiani, affermatosi nel panorama jazz mondiale, grazie ad un linguaggio unico e personale, che è il frutto di una grande ricerca stilistica, e ad un suono del tutto originale. 

 
Ufficio Stampa: Daniele Camerlengo, tel. 328/5428289, e-mail: daniele.camerlengo@alice.it 
Direzione Artistica: Francesco Mascio