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giovedì 22 novembre 2012

Bologna Jazz Festival: le meraviglie di Chick Corea (e di Brian Blade, passando per Christian McBride)

Bologna Jazz Festival
Teatro Europauditorium, ore 21.30


Chick Corea Trio

Chick Corea, pianoforte
Christian McBride, contrabbasso
Brian Blade, batteria




mercoledì 21 novembre 2012

Una birra con... Alessandro Paternesi

Alessandro Paternesi, giovane ma affermatissimo batterista e Jazzista ha preso oggi una bella Birra con noi! Già alle spalle una notevolissima attività discografica e concertistica, collaborazioni importanti, lo abbiamo ascoltato in più occasioni a Cagliari Eje, dove ha presentato anche il suo primo cd da leader.  Tutto ciò (o quasi) vogliate sapere su di lui lo troverete qui! Ladies and Gentlemen, ecco a voi... Paternesi! D&D 





giovedì 15 novembre 2012

Musica per immagini: Ivrea Open World Jazz & Foto Festival


Guardare le immagini, è un altro modo di ascoltare la musica e seguire il movimento...Le foto, ad Ivrea, di Daniela Crevena.
D&D




ODWALLA & HAMID DRAKE




















MU QUARTET

 



NORBERT DALSASS TRIO




SPHERE WITH FABRIZIO BOSSO











venerdì 9 novembre 2012

Quattro domande di una vaghezza da incubo a Luca Bulgarelli


LUCA BULGARELLI


NATO A: ATRI, TERAMO (ABRUZZO)
STRUMENTO: CONTRABBASSO



Cosa significa la musica per te?
Vivere un'altra dimensione. Andare oltre.Ma posso dire che in passato era anche voglia di affermazione e bisogno di persuadere ed essere persuasi.
Oggi sento l'esigenza di divertirmi e divertire ma senza dover dimostrare qualcosa o persuadere qualcuno.La tentazione di replicare la formula giusta e di successo è sempre forte. Ma il successo è di chi se lo piglia diceva un mio amico.Da un musicista mediocre sarebbe prevedibile, ma anche i bravi musicisti sono sempre a rischio da questo punto di vista.
Rifletto solo sul motivo per il quale un musicista inizia a suonare e i motivi per i quali poi continua.Un tassista napoletano un giorno mi disse: si comincia rivoluzionari e si finisce borghesi.La musica ferma il tempo (nel frangente in cui ci si connette ad essa) e da' speranza e il divertimento è indispensabile.E la vera bellezza porta al percorso inevitabile di conoscenza e di presa di coscienza.La musica è anche lo sconvolgimento dei sensi tanto caro a Rimbaud e a molti artisti del passato e del presente. Condizione necessaria per cambiare prospettiva e per ”vedere e sentire” le cose come realmente sono. Infinite.“meglio essere odiati per ciò che si ama piuttosto che essere amati per le maschere che portiamo”.Si suona ciò che si è.

Cosa provi suonando il contrabbasso?

Posso dire che suonare è una cosa meravigliosa a prescindere dallo strumento.
Il contrabbasso, dalle forme decisamente femminili come la donna con le “f” di Man Ray, è fantastico da afferrare e da abbracciare.
Il contrabbasso è la mia storia.
Però quando suono o scrivo musica con le chitarre acustiche ed elettriche a casa mia, che non so suonare “bene” e che non voglio imparare a suonare meglio, mi sento un ragazzino e con il pianoforte, sul quale suono giusto gli accordi, mi sento altrettanto libero.
Credo che conoscere bene uno strumento porti a suonare e a fare un certo di tipo di esperienze così come credo che un approccio naif consenta di attraversare l'ignoto con creatività e libertà facendo altrettante cose belle e importanti.
Penso ai musicisti autodidatti ai quali non manca certo ispirazione e poesia.
Cosa è l’ Abruzzo per un abruzzese?
L'Abruzzo è una terra Forte e Gentile ma ibrida e dai mille risvolti. Un ulteriore concentrato in una piccola fetta di terra della già piccola e composita Italia.
Siamo un pò Stato Pontificio e un po' Regno delle due Sicilie di cui facevamo parte e di cui eravamo artisticamente e culturalmente la “lontana periferia” (spero non di suscitare polemiche fra i miei conterranei!).All'inizio pensavo non avesse peculiarità forti e caratteristiche importanti come altre regioni. (mi viene da pensare alla Sicilia, una terra che adoro e che trovo magica)
E con il passare del tempo ho capito che la sua incredibile varietà è la sua grande ricchezza. E me ne sono innamorato tardi.Ho saputo da poco infatti che la mia regione è prima in Italia per varietà e quantità di piatti gastronomici.L'olio di oliva è stupefacente così come il vino. Entrambe le cultivar sono autoctone.A disposizione mare, collina, campagna e montagna facendo piccoli spostamenti.
E sono fiero che siano tanti i musicisti abruzzesi, jazzisti colleghi e amici, a rappresentare la mia regione in Italia e nel mondo.


Cosa è l’ Abruzzo per un abruzzese?

L'Abruzzo è una terra Forte e Gentile ma ibrida e dai mille risvolti. Un ulteriore concentrato in una piccola fetta di terra della già piccola e composita Italia.
Siamo un pò Stato Pontificio e un po' Regno delle due Sicilie di cui facevamo parte e di cui eravamo artisticamente e culturalmente la “lontana periferia” (spero non di suscitare polemiche fra i miei conterranei!).All'inizio pensavo non avesse peculiarità forti e caratteristiche importanti come altre regioni. (mi viene da pensare alla Sicilia, una terra che adoro e che trovo magica)
E con il passare del tempo ho capito che la sua incredibile varietà è la sua grande ricchezza. E me ne sono innamorato tardi.Ho saputo da poco infatti che la mia regione è prima in Italia per varietà e quantità di piatti gastronomici.L'olio di oliva è stupefacente così come il vino. Entrambe le cultivar sono autoctone.A disposizione mare, collina, campagna e montagna facendo piccoli spostamenti.
E sono fiero che siano tanti i musicisti abruzzesi, jazzisti colleghi e amici, a rappresentare la mia regione in Italia e nel mondo.



Perché hai scelto il Jazz?

Perché non mi piaceva andare al Conservatorio e scegliere non è il mio forte. Guai a scegliere! Il jazz è una stanza di una grande casa che è la musica e per me la musica è un grande casa senza pareti.I miei gusti musicali sono cambiati nel corso degli anni. Più che di un genere parlerei dello stile di quel particolare genere.Prima mi piaceva la musica patinata, sofisticata e compiacente. Oggi me gusta la musica cruda, semplice e diretta. Come la cucina e la vita!
Il jazz è ricco di archetipi, stilemi e stereotipi e non c'è niente di male. Tutta la musica funziona più o meno così. Logiche di mercato e dello star-system incluse e di cui la musica jazz non è esclusa.E' nella sua natura un'evoluzione anche totale e cercare di definire cosa è jazz e cosa non lo è o di come la tradizione vada conservata sono aspetti della musica che mi interessano meno.
L'assolo e l'improvvisazione sono le caratteristiche che rendono il jazz una musica molto diversa dalle altre.Ma non sono automaticamente sinonimo di libertà e creatività e sono sempre i musicisti e le persone a rappresentarle.
Ho sempre inseguito la libertà, anche se mi chiedo tutt'oggi che cosa sia realmente, e ho scoperto che nel jazz ce n'è tanta nella misura in cui tu sei disposto a concedergliela.
È arduo improvvisare un assolo quanto scrivere e creare musica, testi e arrangiamenti compresi.Ho imparato tanto da qualsiasi forma musicale con la quale sia venuto in contatto e trovo che non siano le sofisticazioni melodico-armonico-ritmiche a rendere una musica più affascinante e interessante di un'altra.

Potrei raccontare una barzelletta adesso!?

mercoledì 7 novembre 2012

Musica per immagini. Scopri l'intruso!

Giocate con noi? Trovate l' intruso!!



Palle Danielsson

Palle Danielsson

Luca Bulgarelli




Ermanno Dodaro



Marco Panascia




Ares Tavolazzi




Dado Moroni


Luca Bulgarelli






John Patitucci


martedì 6 novembre 2012

Una birra con... Leonardo De Lorenzo

Leonardo De Lorenzo con noi oggi! Jazzista e batterista napoletano, tre cd da leader all' attivo, tante collaborazioni nel Jazz e un' intensa presenza - come poche volte accade di vedere - nel sociale: suo il laboratorio stabile di percussioni e musica d’insieme presso la Casa Circondariale di Lauro dal 2004 al 2012.  Un' importante e continua attività didattica e anche la pubblicazione di una storia della batteria ( “My point of view” ).  Qui su JD abbiamo recensito il suo bel cd "Pictures" (se volete leggete qui), e lo seguiamo regolarmente con interesse, perchè è un vulcano di idee ed iniziative.  Tutto ciò che vorrete sapere di lui lo troverete in questa intensa e densissima birra di oggi!!! La foto in bianco e nero è di Elisa Rinaldi.  Quella a colori invece è di Stefania Ciccarella.  



Luogo di nascita: 
San Paolo Belsito (Napoli)

Eta’:
47 autunni

Vivi a? 
S. giuseppe Vesuviano (ai piedi del Vesuvio)

Birra preferita:
Mi piace la birra fermentata. La weiss è la mia preferita
Vino Rosso o Bianco?
Bevo sempre rosso. A meno che non ci sia una bottiglia di corvo glicine un bianco che amo particolarmente.
Piatto preferito;
spaghetti vongole e cozze. In bianco ma con due pomodorini schiacciati per “macchiare” leggermente.

Colore preferito:
credo sia il blu. Diciamo che a parte il rosso che non indosserei mai (eccezion fatta per le scarpe scamosciate) mi piacciono tutti i colori.

Squadra del cuore:
purtroppo non mi piace il calcio. Potrei dire Napoli, ma sono davvero refrattario al pallone.

Il disco che ti ha fatto innamorare del Jazz:
ora farò arrabbiare i puristi. Il primo disco che mi ha fatto letteralmente impazzire è stato “The mad hatter” di Chick Corea. Un disco fantastico sia per le orchestrazioni e gli arrangiamenti, sia per la vena compositiva di Corea che secondo me in quel periodo era nel suo massimo splendore. Poi ci sono musicisti di altissimo spessore come Eddie Gomez e Steve Gadd e il compianto Joe Farell e tanti altri. E’ il disco che ha segnato il mio distacco definitivo dalla musica rock, per girovagare in altri lidi (non solo jazzistici) e trovare tantissima bella musica.

Il Jazzista che più ti ha ispirato:
Ce ne sono diversi ma siccome ne posso nominare solo uno, ti dico Bill Evans. È stato il musicista di jazz che più sento vicino “a sentimento”. Il suono terso e delicato dei suoi trii è stato fin da quando lo conosco, un modello, un parametro importante da tenere sempre a mente quando preparo la mia musica. Trovo inoltre che Evans mi abbia dato un apporto didattico molto più importante dei tanti batteristi che pur amo ed ho amato e che per una questione squisitamente legata allo strumento, potrebbe risultare cosa strana. Ma posso dire che, in generale non mai ascoltato più di tanto i batteristi, dando maggiore importanza ai pianisti. In effetti riascoltando le mie cose, spesso mi rendo conto di non suonare la batteria in maniera del tutto “convenzionale”. Probabilmente è dovuto in parte a questo mio approccio all’ascolto.

Quale musica da ascoltare oltre al Jazz?
Tutta. Musica popolare (di tutto il mondo), rap, classica, elettronica…qualunque cosa risulti seducente alle mie orecchie. Mi piacciono le armonie raffinate e ricercate, mi piacciono i grooves particolari. Qualsiasi genere e musicista possa proporre qualcosa di veramente interessante per me è “prodotto” da ascoltare. Non mi sono mai piaciute le etichette. Creano confini il più delle volte solo deleteri.

Ultimo libro letto:
Oddio…ultimamente ho preso l’abitudine di leggere due-tre libri contemporaneamente. Sicuramente tra questi c’era una vecchia biografia su Garibaldi, di Montanelli e Nozza con la quale mi sono fatto veramente del male ed un “Sostiene Pereira” di Tabucchi, riletto per la terza volta credo. È successo comunque in tempi “non sospetti”. Prima che morisse.

Libro indimenticabile:
 “E venne chiamata due cuori” di Marlo Morgan, romanzo di questa scrittrice americana, andata in Australia per vivere a contatto con gli Aborigeni per un certo periodo di tempo. Da questa esperienza il libro. Bellissimo. Da leggere assolutamente.

Ultimo film visto:
L’ultimo visto non ricordo ma ricordo l’ultimo rivisto in televisione qualche tempo fa, TROY.  Come mi succede per la musica, leggo , moltissimo e vedo tanti film ma non ricordo mai cronologicamente cosa.
Film indimenticabile:
”Un uomo chiamato cavallo”. Bellissimo film degli anni “70, con un bravissimo Richard Harris. Uno dei pochi film dell’epoca in cui si raccontava con pertinenza ed un pizzico di romanticismo la vera vita degli indiani d’America. Ero piccolo ed il film mi colpì moltissimo. Nota personale: fotografia stupenda. Certi film degli anni “70, hanno una fotografia inimitabile.

Citta’ o Campagna: 
Campagna. Assolutamente. Io amo la natura e quando posso viaggiare tra le colline sono felice. Peccato che spesso mi capiti di esser solo e di non poter condividere questi magnifici paesaggi con le persone che amo.

Il tuo primo progetto:
Cd in trio intitolato “entropia” (ed. domanimusica) con Angelo cerrato al piano ed (allora) giovanissimo Antonio Napoletano al basso elettrico. Composizioni tutte mie. Un disco che ancora oggi mi da qualche bella soddisfazione e che contiene brani che suono spesso ai miei concerti.

Il tuo progetto attuale:
Sto seguendo con attenzione il percorso di “Pictures”. Un lavoro secondo me di buona qualità (non vogliatemene se mi autocelebro). Ci suonano grandi musicisti e le composizioni hanno preso esattamente la forma che desideravo grazie a loro.  Il cd è uscito con la Skydoo records che è l’etichetta che fa capo a “Marigliano in jazz festival” ed  ho ricevuto già qualche buona recensione. Spero di poter confermare e consolidare il mio valore sia di batterista che di autore con questo lavoro che cerco faticosamente di promuovere. I musicisti sono Nicola Andrioli piano, Vincenzo Saetta sax alto, Giulio Martino sax tenore-soprano, Marco de Tilla contrabbasso ed io piatti e tamburi.
Contemporaneamente, sto seguendo gli sviluppi riguardanti un bel lavoro appena concluso per Amnesty international. Si tratta di un cd di artisti vari intitolato “io pretendo dignità”, prodotto da Night ‘n’day music center per conto di Amnesty. Io ho proposto  una mia versione di “Infant eyes” di Shorter che, per l’occasione è diventata “Uocchie ‘e criaturo”. Nel pezzo ho fatto suonare anche alcuni detenuti del carcere in cui insegno musica e di mia iniziativa, ho prodotto insieme al mio amico Domenico Catapano, un bellissimo videoclip del brano. Che dire…sono molto soddisfatto!

Progetto sogno nel cassetto:
Sogni nel cassetto per me, sono tutti quei progetti al momento accantonati, quindi posso dire che ora come ora non ne ho. Sto lavorando ad un libro biografico. La storia di mio figlio Francesco e della nostra famiglia, negli ultimi dieci-dodici anni. Racconteremo a due voci, io e mia moglie Teresa, Francesco prima e dopo la malattia. Il libro sarà corredato da un cd con musiche per ottetto (quartetto jazz piano, sax soprano, c.basso, batteria + quartetto d’archi) e sulle musiche due attori reciteranno brevi passi estrapolati dal libro. Mi piacerebbe farne un reading teatrale. Comunque mi sono dato come scadenza, la fine di dicembre 2012. Maya permettendo!






venerdì 2 novembre 2012

Quattro domande di una vaghezza da incubo a Stefano Bagnoli



STEFANO BAGNOLI


NATO A: MILANO, LOMBARDIA
STRUMENTO: BATTERIA



Cosa significa la musica per te?

La ragione di vita piu' importante; musica intesa come stimolo creativo, affettivo e psicologico che ruota intorno alla mia stessa vita oltre al lavoro. musica intesa come medicina per guarire, mezzo per stimolare emotivamente ogni momento affettivo e psicologico. L'aria stessa che respiro per vivere.

Cosa provi suonando la batteria?

La simbiosi fisica e mentale che provo suonando lo strumento e'paragonabile al battito cardiaco che mi fa vivere.

Cosa è la Lombardia per un lombardo?

La mia terra. Amo molte altre terre, soprattutto in italia, e ci sono molti luoghi dove potrei scegliere di vivere ma alla fine le radici mi calamitano incondizionatamente nei luoghi dove sono nato: io sto in campagna, ho tradito la mia amata milano da tempo, e il profumo del fieno e dei tigli e il cinguettio degli uccelli li sento tutti i giorni. Checche'se ne dica, la Lombardia
non e' solo nebbia e smog!!!

Perché hai scelto il Jazz?

Perche' col jazz si guadagnano montagne di soldi, in realta' a me il jazz fa schifo.









In partenza per Ivrea Open World Jazz & Foto Festival





E' tutto pronto! Domattina partiamo per le due giornate conclusive di un Festival che ha già concluso con enorme successo la sua prima fase. D&D sono appassionate di questo Festival che si distingue per ricchezza di eventi, di spunti, interazione tra arti (visive - coreografiche - musicali - letterarie), dibattiti, gastronomia.  Un modo di valorizzare un territorio - quello del Canavese, ma che strutturalmente diventa il parametro giusto per affrontare una realtà ben al di là del ristretto spazio in cui avvengono gli eventi.

Merito dell' organizzazione del batterista - percussionista Massimo Barbiero, e della sua  Associazione Musicale Music Studio, sempre, tutto l' anno in continuo fermento in una città tutt' altro che spenta, e nella quale proprio la musica e la cultura stanno decidendo della vitalità di una popolazione che noi stesse abbiamo  visto, nelle precedenti edizioni, non solo partecipe ma protagonista di giornate indimenticabili.




Seguiremo tutti gli eventi possibili (tantissimi) e racconteremo qui sul nostro blog, con parole di Daniela Floris e immagini di Daniela Crevena

Si parte! Ecco il programma di questi due giorni


Sabato 3 novembre
concerto/aperitivo - ore 18.30 Sala Santa Marta Ivrea
MU Quartet
Davide Merlino: vibrafono
Dario Trapani: chitarra
Simone Prando: basso elettrico
Riccardo Chiaberta: batteria

concerto - ore 21.30 Teatro Giacosa Piazza Teatro 1 Ivrea
ODWALLA e Hamid Drake
The world percussion & dance
Massimo Barbiero: marimba, vibes, steel drum e percussions
Matteo Cigna: vibes, marimba, steel drum, dum dum
Stefano Bertoli: drums
Andrea Stracuzzi: percussions, steel drum
Alex Quagliotti: drums, steel drum
Doudù Kwateh: percussion
Doussu Tourrè: Djembè
Thomas Guei : Djembè
Laura Conti: vocal
Sabrina Olivieri: vocal
Marta Raviglia: vocal
Sellou Sordet: dance
Gerard Diby: dance
Lucien Koffi: dance
Willy Romuald: dance
Astride Géridan: dance
Special guest:
Hamid Drake


dopo festival - ore 23.50 Sala Santa Marta Ivrea
MU Quartet
Davide Merlino: vibrafono
Dario Trapani: chitarra
Simone Prando: basso elettrico
Riccardo Chiaberta: batteria

degustazione - Sala Santa Marta Ivrea
Bollicine canavesane


Domenica 4 novembre
stage di danza Africana - ore 10.30 Baobab Via Burolo 24 Ivrea
Sellou Sordet e Gerard Diby
Prenotazioni e info: 3477927218 - 3292292621
(in collaborazione con l'associazione Baobab)

stage di percussioni Africane - ore 17.00 Burolo
Thomas Guei: Djembè
Prenotazioni e info: 3477927218 - 3292292621
(in collaborazione con l'associazione SGMD)

Esposizione di batterie “Le Soprano”

concerto/aperitivo - ore 18.30 Biblioteca Montalto
Norbert Dalsass Trio
Norbert Dalsass: contrabbasso
Terragnoli: chitarra
Sbibu: percussioni

concerto - ore 21.30 Anfiteatro Comunale Angelo Burbatti Montalto
Sphere feat. Fabrizio Bosso
Roberto Spadoni: guitar
Stefano Menato: alto sax, clarinet
Fiorenzo Zeni: tenor sax, clarinet
Giorgio Beberi: baritone sax, bass clarinet
Paolo Trettel: trumpet
Christian Stanchina: trumpet
Luigi Grata: trombone
Roland Gruber: tuba
Stefano Colpi: double bass
Stefano Bertoli: drums
Special guest:
Fabrizio Bosso: trumpet

degustazione - Montalto
Miasse, salignon e cipollino di Quincinetto


Durante il festival
Workshop di fotografia
Luca d’AgostinoLorenzo Scaldaferro
Paolo DezzuttiPhocus AgencyPhocus Agency, in collaborazione con Ivrea Foto Festival 2012, organizza, all’interno dell’Open World Jazz Foto Festival 2012, un workshop di fotografia diretto da Luca d’Agostino.

Aperto a tutti, il seminario approfondirà il rapporto che da sempre esiste tra jazz e fotografia fornendo spunti di discussione teorici e pratici sull’arte fotografica.
Il workshop si svolgerà all’interno delle strutture organizzative del festival, avrà la durata di due giorni e prevede lezioni teoriche e pratiche. Verranno affrontati vari aspetti tecnici della fotografia di spettacolo: dal tipo di attrezzatura necessaria, all’apprendimento delle tecniche specifiche di ripresa; dall’approccio al palcoscenico, al trattamento delle fotografie dopo lo scatto.
Con l’ausilio di videoproiezioni si potranno analizzare insieme al docente gli scatti che i partecipanti avranno l’opportunità di fare durante i concerti del Festival.
Si parlerà inoltre delle problematiche legate al lavoro di freelance, del rapporto con le agenzie, di come si collabora con quotidiani e riviste.
Grazie al patrocinio Nital (Nikon Italia) ai partecipanti sarà distribuito materiale didattico e informativo.

Il workshop è a pagamento. E’ necessario un minimo di 5 iscritti.

Info e/o iscrizioni su:
www.lucadagostino.it
www.phocusagency.com
o inviare una mail a: luca.dagostino@phocusagency.com


mostre di pittura/fotografia
L’arte è come la vita, e la vita è contaminazione. Le nuove frontiere dell’arte contemporanea assottigliano i confini disciplinari, sino a far emergere forme artistiche ibride, non codificate, contaminate.
Il programma artistico della manifestazione prevede mostre personali e collettive di pittori, fotografi, scultori e art performer che esporranno le loro opere nei comuni del Distretto Commerciale Eporediese FOTOGRAFI:
Fabrizio Battù
Alessio Avetta
Franco Marino
Fulvio Lavarino
Ferruccio Levi
Lorenza Casilio
Barbara Torra
Massimo Sardo
Marco Gabbin
Carla Grua

ARTISTI:
Almà Ch.
Oros
Ruggero Radaele
Nunzio Zurzolo
Angela Crucitti
Silvia Barbotto
Arte seriale dallo Yucatan: Rodolfo Baeza, Silvia Barbotto, Cajeme Resendi Fonseca, Aurora Caro, Teresa Castillo, Yeli Gonzales Muñoz, Michel Maugée, Miquelangel Martinez, Ernesto Novelo, Liliana Rivera.
Patrizia Lo Torto
Franca Olivieri
Damiano Levati
Luca d’Agostino
Paolo Dezutti
Antonio Muroni
Collettiva di Arte in fuga: Tiziana Clarino, Gallo Galliano, Lucia Fuso, Angelo Bonsanto, Susanna Carino
Tulliriano Conte
Artemisia: Francesca Bruni, Renata Ferrari, Rita Carelli Ferri, Pea Trolli, Emanuela Volpe
Stefania Ricci


Esposizioni di Liuteria
Le Soprano, Italian Guitar


L’ undicesima edizione dell’Open World Jazz Festival ci ha portato a constatare quanto il “progetto” e il successo di pubblico non siano, come spesso si crede, in conflitto. Si possono costruire progetti complessi e renderli fruibili anche ad un pubblico più vasto e meno competente senza per questo rischiare i due estremi dell’essere o troppo elitari o troppo populisti.
La costruzione del progetto di quest’anno parte dall’idea di abbinare apparentemente due idee lontane tra loro:
”dal Post Industriale all’Africa, cercare nelle…. contaminazioni ” Contaminazioni tra: musica,danza,fotografia,pittura, letteratura….
Questo perché siamo convinti che il jazz, non sia quella moda contemporanea da consumarsi tra un aperitivo in forma di disimpegno, figlia di quella “Milano da bere” che ci ha trascinato in questo baratro contemporaneo in cui siamo oggi.
No, il jazz è cosa diversa, più complessa, profonda, più viva. Figlia di una cultura fatta di sofferenza, di ricerca e confronto, un confronto che ha in maniera naturale cercato gli incontri con tutte le musiche del mondo e con tutte le arti.
Ecco il perché da sempre danza, pittura, fotografia, letteratura sono state parti fondamentali di questo festival, perché l’
incontro tra le arti, tra linguaggi diversi è il “jazz”, e non solo una serie di soluzioni armoniche o ritmiche….No, sarebbe troppo poco.
La presentazione del progetto registrato nel marzo scorso “E(x)stinzione”
con il convegno che seguirà il giorno seguente sul tema, è il tentativo di fare si che il festival sia realmente l’occasione  di confronto e di una riflessione culturale.