Comincia la serata Enrico Zanisi in trio. Zanisi rappresenta l' Italia con il suo "Life Variations", e le sue ballad, il suo swing energico ed elegante, la sua musicalità che parla di studi profondi e di un Jazz amato da sempre, fa ammutolire la sala. Pianissimo intensi, dinamiche curate, grande interplay con Alessandro Paternesi alla batteria e Joe Rehmer sono la sua carta vincente.
Subito dopo un cambio di registro quasi scioccante: il Free "totale" degli olandesi Cactus Truck . 55 minuti di una maratona fatta di improvvisazione su volumi estremi, con atmosfere hard rock, jazz, punk, alternative. Volutamente e chiassosamente alla ricerca di suoni fragorosi e scomposti hanno fatto tremare le sedie della sala centrando la loro poetica sulla interazione completamente libera tra sax tenore (John Dikeman), batteria (Onno Govaert) e chitarra elettrica (Jasper Stadhouders).
Il Festival 12points si chiude con una Big Band da
Manchester, la Beats and Pieces Big Band, festosa ma di certo caratterizzata da
arrangiamenti e brani originali e non usuali. Ricerca continua di timbri,
un mix di swing ma anche sonorità ricercate nonostante si riconoscano Jazz,
funky e anche rock. Bella sezione di fiati, contrasti tra acustica ed
elettronica, orchestrali tutti giovanissimi, conclusione scoppiettante per un
festival prodigo di novità ed energia creativa.
Bravo, entusiasta e meritevolissimo
il direttore Gerry Godley, giustamente applaudito da un pubblico tanto
elettrizzato quanto competente. Il Jazz europeo proiettato in avanti, un
futuro che abbiamo toccato con mano in questi giorni di musica!
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