EMANUELE CISI
NATO A: TORINO (PIEMONTE)
STRUMENTO: SASSOFONO
STRUMENTO: SASSOFONO
Cosa significa la musica per te?
Ciò che mi ha probabilmente
salvato da un esistenza infelice. Mai
pensato di poter fare altro nella vita, fin da piccolissimo.
Cosa provi suonando il sax?
Prima di tutto se l'ancia è buona!
No, perchè se non è buona è un disastro, la vita va a rotoli! E poi, è molto un feeling fisico, di risonanza
interiore, di vibrazione, di sentirsi circondato da un suono. Attraverso
questo, cerco di arrivare all'annullamento totale, a non pensare proprio più a
nulla...che è il vero obbiettivo per poter davvero improvvisare.
Boh? A me la mia città piace molto,
ma soprattutto perchè spesso ne sono lontano. Diciamo che mi piace crogiolarmi
in una saudade “sabauda”. Ma davvero... mi sento sicuramente più a casa a New
York, con cui ho un legame fortissimo e antico, dato che mia nonna Anita vi
nacque nel 1912, figlia di una cantante ballerina che mai conobbe. Poi ritornò
in Italia a 15 anni, e io sono cresciuto con i suoi racconti dei grattacieli in
costruzione, del ferry che prendeva al sabato col suo papà che la portava dal
New Jersey al ristorantino che lui gestiva a Manhattan. E insomma,... è da lì
sicuramente che arriva il mio corredo genetico musicale! E quando sono stato la
prima volta a NY è davvero stato come “tornare” a casa.
Perché hai scelto il Jazz?
È lui che ha scelto me. L'ho
scoperto prestissimo, intorno agli 11, 12 anni e nel migliore dei modi: dal
vivo. Primo concerto: Max Roach 4tet, secondo – la sera dopo – Art Blakey Jazz
Messengers. Mica bruscolini, insomma! E poi, negli anni immediatamente dopo,
tutti i giganti: Dexter, Bill Evans con Philly Joe Jones, Pharoah Sanders,
Freddie Hubbard, Dizzy, Sonny Rollins, ecc. Ho subito capito che quella era
l'unica musica che avrei voluto suonare.
Tanto vago non è stato, le domande forse si, le risposte proprio no....
RispondiEliminaHai ragione Saverio! Nulla di vago, nelle risposte. Abbracci! D&D
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