Maria Pia, quando hai cominciato a studiare canto e
quando hai capito che il canto sarebbe stata la tua vita?
Ho cominciato a cantare prima ancora di studiare: a scuola, dove mi mettevano
sempre nel coro delle grandi. A 14 anni fui invitata in un gruppo rock da
un fidanzatino. Fu un’ esperienza che non decollò, perché i miei mi vietarono
di continuare: provavamo in un palazzo pericolante dove abitava la nonna del
bassista! Finì quasi subito. A 15 anni feci i primi concerti, come
chitarrista, con un altro gruppo di amici che facevano musica popolare.
Quasi subito però sono passata al ruolo di cantante.. A 16 anni e mezzo
mi hanno invitata in un altro gruppo, Il Tiglio.: è stata una delle esperienze
più belle della mia vita. Cantavo musica di tutto il mondo, soprattutto
dell’ est europeo, ed è in questa occasione che ho imparato a misurarmi con i
ritmi dispari, con lingue difficili, con strumenti inusuali.
Tutto questo mi ha aperto la mente.
A 19 anni sono entrata in crisi: mi sentivo in gabbia perché cantavo solo
cose scritte da altri. Avevo il pianoforte a casa e lo suonavo, ma da
autodidatta… mi sono detta “devo fare qualche cosa per cambiare”. Mi è
balenato alla mente un ricordo: Ella Fitzgerald che cantava in uno show di
Frank Sinatra. Sono passata davanti ad un’ edicola e c’era una di quelle
raccolte jazzistiche a lei dedicata. Dentro c’ era “Air Mail Special”. Mi
sono chiusa in casa e me la sono imparata in tre giorni. E ho subito cercato un
pianista di Jazz. A 19 anni ho deciso: io volevo fare il Jazz. Nel
frattempo durante un concerto mi aveva avvicinato un insegnante di canto.
“Devi studiare con me” mi ha detto: e allora ho cominciato a studiare sul serio
il canto. Certo era uno studio che passava solo per la tecnica,
per Mozart,e poco più, perché io di altro non volevo sentir parlare: ma è
stato il jazz a farmi dire “ io voglio fare questo nella vita”.
E il primo concerto di Jazz quando lo hai fatto?
Credo a 21
anni, intendo dire da leader e non come ospite.
Il tuo strumento è la voce. Sembra banale dirlo ma nel tuo caso
definirti “cantante” appare riduttivo, poiché tu sperimenti ogni tipo di
interazione, ogni tipo di sonorità, ogni tipo di influenza musicale con la tua
voce. Quanto ti senti strumentista quanto cantante?
E’ buffo:
quando ero più piccola amici e musicisti mi facevano notare
che io alla domanda su dove avessi il prossimo concerto rispondevo: “vado a
suonare a ...” non vado a "cantare a…". In realtà ho passato
sempre tanto tempo ad occuparmi del pianoforte quanto della voce: cantando il
jazz mi è subito parso evidente che non poteva essere una questione solo di
“avere orecchio”. Per questo ho immediatamente cominciato a studiare
armonia e studiare il piano, solo sostituendo Bach o gli esercizi tecnici
rubati alla classica con i libri di piano Jazz , di Monk , magari. In
realtà non mi sento veramente “solo” una cantante.
Questo si percepisce quando ti si ascolta: sei una musicista. Dunque
Maria Pia, il canto è non è solo istinto, occorre studiare, è così?