Translate on your language!

sabato 22 marzo 2014

Atina Jazz Winter 2014: Elina Duni Quartet


Atina Jazz Winter

Palazzo Ducale, 19 marzo 2014, ore 21



Elina Duni Quartet

Elina Duni voce
Colin Vallon pianoforte
Bjorn Meyer contrabbasso  

Norbert Pfammatter batteria

Articolo di Daniela Floris
Foto di Elina Duni di repertorio scattate a Bergamo in ottobre, da Daniela Crevena

Le due foto scattate ad Atina Jazz sono scattate con Iphone da Daniela Floris




Atina Jazz continua ad andare in scena e va in scena con concerti bellissimi come quello di mercoledì sera nello splendido Palazzo Ducale: sala gremita di pubblico, l' atmosfera piacevole che a volte trovi in posti particolari, in cui si respira l' aria umana ed amichevole delle bellissime cittadine italiane in cui sono organizzati: fino a quando non si spengono le luci in sala. A quel punto sei trascinato dalla musica senza più riferimenti territoriali, sei nella musica, e vi assicuro che non è una cosa che accade sempre.  Accade a volte.  Ed è bello! Se anche nella prossima edizione estiva, che si svolgerà in fine luglio continuerà ad accadere questa piccola magia allora lo slogan scelto dal nuovo direttore artistico Antonio Pascuzzo, "Do ut Jazz" sembrerà quanto mai appropriato.


Elina Duni è albanese, e come quasi tutti gli albanesi parla perfettamente l’ italiano, con quella leggera inflessione gentile che ad ascoltarla quasi diventa una carezza.
E anche il canto di Elina Duni è una carezza, ma tutt’ altro che evanescente: è una voce intensa, struggente, che rilegge canti tradizionali della propria terra in maniera  raffinata eppure viscerale.
Non si parli di contaminazioni: il Jazz del trio svizzero che l’ accompagna non si “contamina” di un sistema scalare culturalmente lontano,  ne vive, piuttosto.  Così come Elina vive del Jazz così europeo dei suoi tre musicisti. Si permeano a vicenda, intessono musica, semplicemente musica, che è Jazz perché Elina respira insieme al trio, perché c’è l’ interplay che è proprio del Jazz. Ma che è anche profondamente musica tradizionale, perché il pianoforte di
Colin Vallon spesso circoscrive arpeggi, temi, ostinati, nell’ ambito ristretto di intervalli piccoli, perché privilegia micro varianti a improvvisazioni jazzistiche in senso lato. E’ Jazz perché Elina improvvisa uscendo dagli stilemi della sua musica volando con la voce tra scat, acuti perfetti, ma è musica albanese per gli intervalli di seconda aumentata che si accendono nelle vibrazioni della voce nel finale delle frasi: e ancora, è Jazz negli accenti volti a enfatizzare tempi dispari, che sono usuali nella musica tradizionale albanese. 








E’ Jazz nei soli della batteria di Norbert Pfammatter e del contrabbasso di Bjorn Meyer, è musica albanese nei momenti quasi rituali della ripetizione ad libitum di piccole cellule melodiche. 

L’ atmosfera è spesso nostalgica, introspettiva, ma anche descrittiva di luoghi e soprattutto di stati d’ animo, definiti dal forte legame con la propria terra d’ origine: il repertorio è quasi tutto tradizionale, musica d’ autore, canti di partigiani, o canzoni di donne in attesa di un amore che è andato lontano. Un clima  particolare e del quale vi renderete conto solo ascoltando il suo cd appena uscito, edito da ECM, Matanë Malit o sentendo questa artista cantare dal vivo, e reso sia dalla sua voce che dai suoi musicisti. 






Intro di contrabbasso che affrescano echi quasi descrittivi, naturali, effetti elettronici del pianoforte avveniristici ma che rendono quasi inspiegabilmente un clima in certi momenti addirittura ancestrale, e che ha di futuribile solo il fatto che in fondo, in ogni paese, e sovente in ogni epoca, gli uomini provano, percepiscono stati d’ animo comuni.
Continuazione più che contaminazione, nel senso di un flusso emotivo e musicale costante che unisce questo quartetto, in cui certo la voce di Elina è filo conduttore, ma del quale si percepisce un singolare equilibrio sonoro.





In alcuni momenti ipnotica, magnetica, in alcuni momenti  inebriante, sempre affascinante, questa minuta cantante ha tenuto il pubblico di Atina Jazz avviluppato quasi in un’ altra dimensione fino al termine del bis: una toccante, commovente interpretazione di “Amara Terra mia”.







D&D garantiscono: andate ad ascoltare Elina, appena ne avrete l' occasione. E' una bellissima forma di Jazz.








Nessun commento:

Posta un commento